“La Federazione del Sociale USB parteciperà – si informa in una nota – al presidio indetto per venerdì 3 giugno alle ore 10 a Piazza Italia dal Centro socio-educativo Lilliput che, dopo 22 anni di attività, rischia la chiusura.
È questa una problematica che non tocca solo gli operatori di questo centro, che comunque rischiano di perdere il loro posto di lavoro, ma segna ancora una volta lo sfascio dei servizi socio-assistenzali, cui le nostre istituzioni non sembrano prestare le dovute attenzioni.
Strutture come il Centro Lilliput, e come diverse altre della nostra regione, sono impossibilitate a richiedere il necessario accreditamento, a causa del regolamento molto discutibile approvato nel 2019 dall’allora giunta regionale guidata da Mario Oliverio”.
“Basti solo pensare che con questo regolamento – prosegue la nota – viene fissata a 10mq per utente la superficie minima dei locali destinati alle attività degli ospiti. Un valore spropositato se paragonato a quello adottato da altre regioni: per fare alcuni esempi è di 4mq/utente il limite stabilito dal Piemonte, 5mq per la Lombardia, addirittura intorno ai 2mq quello dell’Emilia Romagna, mentre la Puglia indica la soglia di 150mq ogni 30 utenti. E 10mq è un valore che stride anche con il nostro contesto territoriale: reperire una struttura di queste dimensioni, oltre al relativo aumento dei costi, significa dover abbandonare le nostre periferie per spostarsi verso i centri, sguarnendo quelle aree che maggiormente avrebbero bisogno di questi servizi.
Inoltre con questo nuovo regolamento vengono rimodulate le professionalità richieste, non ritenendo più fondamentali figure come assistente sociale, pedagogista, animatore, suggerite invece dalla legge di riferimento, la 285/97. Tutta l’attività viene così assegnata a un educatore full-time ogni 5 utenti. La cosa paradossale è che con le nuove direttive si avranno meno qualità, meno professionalità, rispetto agli attuali servizi erogati, ma con un monte ore superiore per gli operatori, e quindi maggiori costi. Insomma sembra si cerchi più un parcheggio per bambini difficili che un centro socio-educativo capace di offrire servizi di qualità”.
“Come Federazione del Sociale USB saremo perciò in piazza il 3 giugno – conclude la nota – con gli operatori del Centro Lilliput e i bambini che rischiano di perdere questo servizio fondamentale. Facciamo appello al Comune di Reggio Calabria e alla Prefettura affinché venga prorogato questo servizio ed evitare così che a fine giugno si chiuda questa esperienza, e al contempo si chieda subito un tavolo con la Regione Calabria per modificare questo regolamento folle che rischia di svilire i servizi socio-educativi. Facciamo appello alle istituzioni per trovare una pronta risposta anche al problema dei pagamenti, fermi da circa 17 mesi”.