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Al Tar di Reggio Calabria in lieve aumento numero dei ricorsi, la presidente Criscenti: “40% già esaminati e definiti. Un dato molto lusinghiero”

La relazione della presidente Caterina Criscenti, ed alla presenza del presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti, ha inaugurato l’Anno Giudiziario del Tar sezione staccata di Reggio Calabria. Criscenti ha illustrato e commentato i dati dell’attività del 2023 “in cui – ha detto – sono pervenuti 661 ricorsi, 10 in più rispetto al 2022. In lieve calo, a conferma della diminuzione già registrata nel corso del 2022, le istanze cautelari e quelle collegiali, presenti in poco più di un terzo dei ricorsi depositati, che monocratiche. Un dato quest’ultimo singolare – ha aggiunto – perché in controtendenza con quanto avvenuto nel 2021 e rispetto a quanto si registra in ambito nazionale, dove, di contro, i ricorsi in ingresso sono in flessione e le domande cautelari in aumento”.

La presidente della sezione del Tar ha indicato tre fattori che motivano questa tendenza: la natura del contenzioso reggino, con un aumento dei giudizi assoggettati a riti speciali, “in primis – ha detto – i giudizi di ottemperanza (198). Il secondo è individuabile nella prontezza e attenzione con le quali vengono esaminate le istanze di prelievo. Infine i tempi alquanto celeri di definizione del contenzioso che il Tribunale garantisce, per la fissazione del ricorso, sino puntuale deposito della sentenza”.

Dei 661 ricorsi presentati, 260 risultano già esaminati e definiti. “Si tratta – ha sottolineato Criscenti – di una percentuale rilevante, pari al 40% del totale, a testimonianza dell’impegno incessante del Tribunale nell’evitare la formazione di arretrato. Ragguardevole per il 2023 il numero delle sentenze depositate, passate dalle 595 del 2020 alle 771 del 2023, con un abbattimento complessivo dell’arretrato del 14,17% che porta a registrare, alla data del 31 dicembre 2023, la pendenza di 915 ricorsi, di cui solo 21 ultra quinquennali, a fronte dei 2665giudizi pendenti al dicembre del 2017 all’atto del mio insediamento”.

“Un dato che considero molto lusinghiero” ha evidenziato Criscenti che ha segnalato l’esclusione, nel secondo semestre 2023, del Tribunale dai programmi straordinari di smaltimento, in quanto sede non del Pnrr, e la presenza, da molti anni, tra i magistrati, di una costante scopertura di organico, “che non è stata mai ripianata e che oggi è ancora di 2 unità. Confidiamo che in occasione della ormai prossima procedura di selezione questa scopertura possa essere, anche in parte, colmata”. Criscenti si è quindi soffermata sulla composizione del contenzioso a Reggio Calabria, dove si registra un considerevole aumento in materia di appalti, specie di lavori e servizi. “Si affaccia sulla scena anche una differente tipologia di contenzioso – ha detto – quella volta a stimolare una più efficace attività amministrativa”. Nell’evidenziare il lento calo del diritto amministrativo per l’emergenza criminale, per Criscenti “resta il dramma delle ottemperanze, con 198 ricorsi depositati nel 2023, e consistente resta il numero dei giudizi avverso le informazioni interdittive antimafia che sono nuovamente aumentate nel corso del 2023 raggiungendo il numero di 38 ricorsi più 8 avverso il riserbo serbato dalla Prefettura sull’istanza di riesame formulata da impresa già interdetta”. La presidente della sezione reggina del Tar ha sottolineato la volontà di dare definizione prioritaria a questa tipologia di ricorsi per evitare la formazione di arretrato “su una materia così sensibile per il tessuto economico della provincia reggina”, ed ha chiuso richiamandosi al termine “restanza” parola forgiata dal prof. Vito Teti che designa chi decide di restare, che indica ciò che resta e permane, ma anche chi avanza e non si consuma. Maruotti, nel suo intervento ha ripercorso la storia della Giustizia amministrativa in Italia, “istituita nel 1971, ma avviata nel 1974, 50 anni da oggi, che ha contribuito ad avvicinare i cittadini alla giustizia amministrativa, che prima di allora erano costretti a rivolgersi ai presidi giudiziari della Capitale”, ed ha concluso condividendo il significato della parola “restanza” richiamata dalla presidente Criscenti nella sua relazione.

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