In Italia “i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico sono un tema del tutto secondario”, con finanziamenti “ad oggi insufficienti”. E “mentre il numero dei viaggiatori torna a salire, il governo Meloni risponde con tagli e rimodulazioni. Nell’ultima legge di bilancio, per la prima volta dal 2017 non sono stati neanche previsti fondi per il trasporto rapido legato a metro, tramvie, e filovie, cosi’ come per la ciclabilita’ e la mobilita’ dolce”. E’ quanto denuncia Legambiente con il nuovo report “Pendolaria”, presentato oggi a Reggio Calabria nell’ambito della campagna Clean cities, che racconta in sintesi di “un Paese caratterizzato da nodi irrisolti tra ritardi, convogli vecchi e lenti, e un divario sempre piu’ forte tra nord e sud su qualita’ e quantita’ del trasporto su ferro”.
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“Nel 2023 – ricorda il report – il Pnrr, che prevedeva ampi interventi sulle ferrovie, e’ stato rimodulato. 620 milioni per velocizzare il corridoio Roma-Pescara sono stati bloccati dalle lungaggini dell’iter amministrativo; l’intervento sul segnalamento ferroviario Ertms, il sistema di sicurezza per le ferrovie di ultima generazione, e’ saltato per la mancanza delle materie prime; la Palermo-Catania non sarebbe rientrata in tempo per il completamento degli interventi nel 2026 ed e’ stata rimodulata. In totale, sul sistema di AV/AC al sud, 840 milioni di tagli: Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari) per 53 milioni, Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) per 470 milioni, Enna-Caltanissetta Xirbi (linea Palermo-Catania) per 317 milioni. Per non depredare il sistema ferroviario delle molte risorse necessarie, la Orte-Falconara e la Metaponto-Potenza, oltre ad altre tratte regionali, sono state incluse nei nuovi interventi previsti. Ridotti di un terzo i nuovi treni a idrogeno in acquisto: da 150 a 50”.