“In tutti i provvedimenti fin qui intervenuti (nella fase cautelare e nella fase di merito), nessuna censura è mai stata mossa all’operato dell’amministrazione comunale nella vicenda del Cinema Orso.
L’ultima sentenza del Tar (e con essa tutte le precedenti in fase cautelare) non dedica neppure un rigo a possibili errori procedurali o tecnici posti in essere dall’amministrazione, smentendo quindi le solite fandonie leghiste, quanto piuttosto si sofferma esclusivamente sulla infondatezza del vincolo storico artistico imposto dalla Sovrintendenza, peraltro con una singolare pronuncia che colpisce nel merito le valutazioni fatte dagli storici e dagli esperti senza il conforto di un parere qualificato.
Questi sono i fatti.
Ma la Lega non lo comprende, continuando in totale malafede e in spregio a qualsiasi ragionamento giuridico a fantasticare di termini per l’esercizio della prelazione che a suo dire il Comune non avrebbe rispettato oppure affermando che il Comune avrebbe potuto partecipare alla procedura di acquisto, quando ciò è espressamente vietato dalla legge.
Ebbene, se non fosse che l’ultima pronuncia del Tar mette seriamente a richio la possibilità di riportare l’Orso nel patrimonio pubblico, ci sarebbe da ridere di tanta ignoranza e protervia.
Questa è la Lega di Catanzaro: un coacervo di parolai e mistificatori che negli anni nulla hanno fatto di concreto per tentare di recuperare il Cinema Orso se non una collezione di note stampa.
Diciamocelo chiaramente: chi amministra ha il dovere di porre in essere tutte le procedure consentite dalla legge per tutelare il patrimonio pubblico e tentare di riconsegnarlo all’uso della collettività e ciò è quello che ha fatto questa amministrazione e poi c’è chi fa chiacchiere producendo articoli di giornale scritti per buttare il solito fumo negli occhi e ciò è quello che ha fatto Riccio & Co. per anni.
L’amministrazione porterà avanti fino al Consiglio di Stato le proprie ragioni, perché il senso di responsabilità e la serietà del nostro approccio ce lo impongono.
E ci auguriamo che il massimo organo della giustizia amministrativa, sappia cogliere il significato del vincolo storico apposto dalla Sovrintendenza allineandosi a diverse pronunce che in vicende simili hanno valorizzato il senso evocativo di resti architettonici ben più scarsi delle vestigia superstiti del nostro vecchio cinema”.
Così, in una nota, la consigliera comunale di Catanzaro, Daniela Palaia.