“Anche questo anno e’ stato difficile e complesso il lavoro in questo distretto o, come si usa dire ora, e’ stata una mission impossible”. Cosi’ il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese.
“Prendo atto – ha aggiunto Lucantonio – che sono stati coperti alcuni posti vacanti in alcune Procure, questi nuovi magistrati rappresentano una speranza per questo territorio. Ma quelli che erano al fronte finora, purtroppo, tra poco ripartiranno. Il distretto di Catanzaro, numericamente, e’ quello piu’ esteso e complesso, ma a Reggio Calabria per esempio i magistrati sono di piu’. Capisco le logiche anche politiche, ma non capisco perche’ qui questo non si sia fatto. In certi territori – ha proseguito il Pd di Catanzaro – non mandare la presenza dello Stato significa restituire il territorio a chi lo ha sempre occupato. La rassegnazione non deve quindi esistere, tutti i magistrati devono fare quello che devono fare, anche se richiede enormi sacrifici”.
Per Lucantonio “lavorare in Calabria non e’ come ad Aosta, e’ piu’ complesso e non mancano neanche i disagi a cominciare ad esempio dai trasporti. I magistrati che arrivano qui, di fatto, e’ come se vivessero reclusi e questo non e’ accettabile”.
Infine, Lucantonio ha concluso citando Paolo Borsellino: “Chi si rassegna muore ogni giorno, chi non si rassegna muore una sola volta, questa frase la declino in questa terra perche’ se non c’e’ giustizia, non c’e’ democrazia se non c’e’ democrazia non c’e’ liberta’”.