“Omar Mandosi? L’ho scelto io. E’ una persona che conosco da dieci anni, di assoluta affidabilità. Non devo aggiungere altro”. Lo ha detto Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società “Stretto di Messina”, a margine del convegno organizzato dall’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria e dall’Ordine provinciale degli Ingegneri sul tema “Palermo-Helsinki: il corridoio con il ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”.
L’ad della rediviva società, ricostituita con l’obiettivo di rilanciare il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto, è stato incalzato da uno dei giornalisti della trasmissione di Rai Tre, “Report”, sull’inchiesta che il 28 dicembre scorso ha portato all’arresto, tra gli altri, di Tommaso Verdini (“cognato” del ministro Salvini), nell’ambito della indagine della Procura di Roma su commesse milionarie in Anas. Per i magistrati, Verdini e il padre Denis (anch’egli indagato) avrebbero messo in piedi un ‘sistema’ illecito, fatto di favori anche alla politica, attraverso la società di lobbying Inver che veniva utilizzata dagli imprenditori coinvolti come ‘mezzo’ per arrivare a mettere le mani su una serie di appalti.
In questi giorni, la stampa nazionale ha acceso i riflettori su Omar Mandosi, il quale non risulta indagato ed è estraneo all’inchiesta. Nominato recentemente responsabile delle risorse umane della società Stretto di Messina, l’ex dirigente Anas sarebbe stato nominato in una intercettazione proprio in relazione agli incarichi nella spa. “Sponsorizzato da Pileri e Verdini? Con me non sponsorizza niente nessuno, Mandosi l’ho scelto io. Il resto lo lasciamo alla Autorità giudiziaria. Mandosi non è né indagato né imputato” ha tagliato corto Ciucci.
L’ad si è mostrato poi ottimista sull’iter che, secondo gli attori coinvolti, dovrebbe portare all’apertura dei cantieri nel luglio di quest’anno. “E’ ormai imminente l’approvazione del progetto definitivo del ponte e il conseguente avvio delle procedure relative agli espropri dei terreni sui quali sorgerà il ponte sullo Stretto e le opere annesse. Il nostro obiettivo è molto impegnativo, difficile, ma resta quello di avviare i primi lavori di realizzazione nell’estate 2024”.
“Il progetto è importante, complesso – ha aggiunto Ciucci – perché non prevede soltanto l’attraversamento dello Stretto, e già questo basterebbe, ma prevede la costruzione di nuovi 40 chilometri di tracciato stradale, autostradale e ferroviario, per la maggior parte, più del 90%, in galleria. Di cantieri ce ne saranno più di uno. Approveremo, con la relazione del progettista, e quindi l’aggiornamento del progetto, le operazioni preliminari in modo da essere pronto per l’avvio della fase operativa riguardante gli espropri”.
“Ero ottimista ieri, e resto ottimista oggi – ha sostenuto l’ad della “Stretto di Messina” – e al convengo di oggi ho registrato una convergenza di valutazioni, tutte positive, su quest’opera. Non tanto come grande opera infrastrutturale, grande progetto tecnico, ma come elemento di sviluppo, per le ricadute che può determinare, con il cambiamento del sistema e delle modalità di sviluppo di quest’area. Ho sentito con molto piacere le considerazioni del presidente calabrese Roberto Occhiuto, che sotto questo aspetto è stato particolarmente incisivo e propositivo. Esco da questo incontro con rinnovato ottimismo”.
“Abbiamo fatto molto – ha detto ancora Ciucci – in questi pochi mesi di ripartenza del progetto, ma dobbiamo fare ancora tantissime cose e dobbiamo vincere questo impegno e questa scommessa, di avviare entro l’estate 2024 i primi lavori del ponte. Quella è la vera scommessa, l’obiettivo a cui stiamo lavorando”.
Il corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo, che va da Helsinki a Palermo, è un “asse nord-sud cruciale per l’economia del continente e passa per lo Stretto di Messina”. Lo afferma l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, nel corso del convegno. “L’alta velocità ferroviaria – aggiunge – deve rappresentare la priorità per il Sud Italia, con il Ponte sullo Stretto naturale collegamento tra alta velocità fino a Reggio Calabria e linee ferroviarie siciliane. Il Ponte sullo Stretto è un’opera che serve al Paese intero, e rappresenterà la più grande opera d’ingegneria mai costruita nel settore dei ponti di cui l’Italia sarà fiera”.
“L’Italia deve diventare hub strategico del Mediterraneo, sempre più centrale negli scambi globali con investimenti in infrastrutture in grado di creare occupazione, competenze e attrazione di talenti. Per disegnare l’Italia competitiva dei prossimi 30 anni abbiamo oggi bisogno di uno sforzo corale tra pubblica amministrazione, imprese, e università, perché è questo il sistema integrato che alimenta legalità, trasparenza, sicurezza e sviluppo”.
Il progetto di potenziamento infrastrutturale del Paese, continua Salini, deve partire dal Sud. “Nei nostri progetti in corso in Italia – aggiunge – sono state coinvolte 10.500 aziende, che lavorano con noi in Italia e all’estero, ampliando così anche il loro export. Dopo anni di immobilismo sono ripartiti gli investimenti infrastrutturali anche nel Sud Italia, dove Webuild ha in corso 19 progetti. Dall’alta velocità che, dopo la tratta Napoli-Bari, è destinata ad arrivare fino in Calabria, all’alta capacità sulla direttrice Palermo-Catania-Messina. Nei nostri progetti al Sud sono state coinvolte 3.900 imprese della filiera e 4.700 persone, tra personale diretto e di terzi, su un totale in Italia di 16.500 persone al lavoro in 31 grandi progetti infrastrutturali”.