Erano passati pochi giorni dal nostro ultimo comunicato sui lavori del nuovo tratto della s.s. 106 tra Crotone e Catanzaro. Avevamo chiesto lumi al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, volevamo sapere se la nuova opera viaria che collegherà il centro pitagorico al Capoluogo di Regione avrà caratteristiche autostradali: quattro corsie con spartitraffico centrale. A suscitare diversi dubbi sul nuovo progetto una nota stampa del commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno.
L’intervento dell’esponente leghista ha generato più di una perplessità a causa dei rendering allegati e della stessa nota stampa alquanto evasiva sulle caratteristiche della nuova infrastruttura. A conclusione del nostro comunicato ricordavamo al Ministro Salvini che la s.s. 106 è conosciuta nel mondo per essere la “strada della morte”.
Sono state centinaia le persone che hanno perso la vita mentre transitavano sulla jonica. A distanza di un paio di giorni dalla nostra nota, purtroppo, quattro giovani sono morti tra Copanello e Pietragrande e una quinta persona è ricoverata in ospedale in gravi condizioni. Tutto questo è la conseguenza di uno scontro frontale in un tratto di strada pericolosissimo già teatro di incidenti mortali. Nessuno, però, aveva risposto ai nostri dubbi relativamente alle caratteristiche del nuovo tracciato della s.s. 106 e al definitivo completamento del corridoio ionico “E 90”.
Dopo la tragica giornata dell’epifania il Ministro delle Infrastrutture Salvini si è affrettato a diramare una nota di poche righe: “ennesima tragedia sulla SS 106: ci stringiamo al dolore delle famiglie e siamo ancora più determinati a realizzare tutti gli interventi necessari per metterla in sicurezza. Anche per questo abbiamo stanziato 3 miliardi nella legge di bilancio e monitoriamo con estrema attenzione questo dossier”.
La classica nota di facciata senza alcuna sostanza. Vorremmo sapere dal Ministro delle Infrastrutture cosa significa che “gli interventi sulla 106 serviranno a metterla in sicurezza”? Non vogliamo più interventi tampone, dispendiosi in termini economici e di vite umane e non affatto risolutivi. Il Ministro Salvini deve soltanto dire ai calabresi quando inizieranno i lavori dell’autostrada jonica. Tutto il resto è aria fritta. Come lo è il Ponte sullo Stretto, visto che in Calabria ci sono intere zone in cui i collegamenti viari sono quelli realizzati nel ventennio fascista.
E nelle stesse identiche condizioni se non peggio sono i collegamenti ferroviari. Neanche un mese fa nella sibaritide avevano perso la vita una capotreno e un autista di un camion. Le loro colpe è che vivevano e lavoravano in Calabria dove ancora esistono i passaggi a livello, le tratte ferroviarie non sono elettrificate e i treni sono reperti di archeologia industriale mentre altrove si spendono miliardi per l’alta velocità. E che dire del Governatore Occhiuto, mentre pensa ad organizzare faraoniche feste dal costo di diversi milioni di euro, nella nostra terra si muore sulle strade e sui treni. Nella storia della formica e la cicala, Occhiuto incarna alla perfezione quest’ultimo personaggio, pensa a ballare e a divertirsi mentre in Calabria la gente muore in un’uggiosa giornata di pioggia.