Riceviamo e pubblichiamo l’analisi di Domenico Mazza sull’Arco Jonico (Comitato Magna Graecia):
“Solitamente, giunti a questo periodo, amo fare una sintesi di ciò che l’anno che volge al temine ha portato e degli auspici che si spera possano arrivare con il prossimo anno.
Di sicuro, nell’estremo levante calabrese, non si può certo dire che il 2023 abbia consegnato particolari doni. Piuttosto, a mio parere, è stato raschiato, ancora una volta, il fondo del barile.
Ma andiamo con ordine e vediamo insieme di mettere sui due piatti della bilancia quanto guadagnato e quanto sottratto, per capire se lo Jonio possa ritenersi soddisfatto.
QUESTIONE MOBILITÀ SU GOMMA.
Nelle ultime ore, una nota stampa ha diramato i possibili investimenti che a partire dalla prossima estate potrebbero vedere la nascita di alcuni cantieri lungo la statale 106. Tre i miliardi stanziati per la realizzazione di due bretelle in variante alla attuale sede stradale. Circa 30 km da Sibari a Corigliano-Rossano e altri 45 da KR a CZ. Ad un occhio poco attento potrebbe sembrare un’ottima cosa e, certamente, da un’analisi sommaria non si può certo dire che non lo sia. Anche la benché minima miglioria ad una lingua d’asfalto nota per essere teatro di morte, non può che essere accolta benevolmente. Tuttavia, i 3 miliardi messi a dispozione difficilmente potranno completare l’intero anello che da Sibari porta a Simeri-Crichi (si stima ne necessitino almeno il doppio) per ricongiungersi al tratto già ammodernato a monte di Catanzaro Lido, quindi alla strada dei due mari verso Lamezia.
Inoltre, sarà sfuggito a molti che la Calabria ha ottenuto 1 miliardo per la realizzazione del nuovo tronco autostradale tra Cosenza ed Altilia. Nulla in contrario, si intente. La miglioria degli Asset infrastrutturali va accolta con entusiasmo. Spiace però costatare che farlocca fu l’inaugurazione dell’infrastruttura attuata dal già Premier Gentiloni e dall’ex Ministro Delrio nel 2016. Costoro, infatti, al tempo, dichiararono terminati i lavori sulla A3 (nell’occasione ribattezzata A2), rilanciando la nuova infrastruttura come trampolino per l’ingresso della Calabria in Europa. Peccato, però, che solo qualche anno più tardi, vennero stanziati ulteriori fondi per i lavori (ancora in essere) di messa in sicurezza dei lotti non ammodernati dalla famosa Legge Obiettivo (Morano-Sibari, Cosenza-Altilia e Pizzo-Vibo V). Pertanto, da un banale conto della serva, a partire dagli anni ’60 ad oggi, circa 10 risultano i miliardi investiti tra prima realizzazione, secondo ammodernamento e prossime rifiniture dell’infrastruttura.
QUESTIONE MOBILITÀ SU FERRO.
Con ogni probabilità a decorrere dal prossimo cambio orario estivo, i due intercity che solcano l’obsoleta linea jonica da RC a TA, saranno attestati uno a Bari e l’altro a Lecce. Senz’altro una buona cosa, considerato che Bari è una località oggi difficilmente raggiungibile se non con propri mezzi.
D’altro canto però, nelle ultime settimane, nel più completo menefreghismo di buona parte della politica calabrese, è stata accantonata l’idea di un tracciato vallivo della prevista nuova linea AV a favore di una ulteriore direttrice tirrenica da Praia verso RC. Chiaramente, con una scelta così dissennata, ogni speranza di connessione dell’ambito Jonico alla futura linea veloce va a farsi friggere. In compenso la jonica consegue (nuovamente) l’obiettivo dell’upgrade elettrico della linea entro il 2026, dopo che si sono perse le tracce del finaziamento predisposto nel 2017 (500 milioni) che prevedeva quanto su dichiarato da consegnare entro il 2023. Tuttavia, non vi sono notizie che riguardino modifiche e velocizzazione di tracciato tra Sibari e Crotone. Nessuna speranza di avvicinare la linea ferrata allo scalo di Sant’Anna, con buona pace di ogni tentativo legato ad un embrione d’intermodalità ferro-aero-stradale.
QUESTIONE PORTI, AEROPORTI, LOGISTICA
Gli investimenti previsti e sopra illustrati, certamente non favoriscono un avvicinamento dell’ambito sibarita al suo scalo aereo di riferimento. Un aeroporto che in linea d’area gravita a circa 80 km dalla Sibaritide resterà ancora distante oltre 2h. Vieppiù, inibire l’accesso al suo naturale bacino di riferimento (nord est calabrese), metterà lo scalo pitagorico in una condizione di non poter garantire flussi importanti alle compagnie aeree che dovessero decidere d’investire su di esso. Pertanto, la vicenda del Sant’Anna sarà molto simile a quella di un gatto che si morde la coda.
Proprio nelle ultime ore, poi, la Calabria è stata candidata ad essere l’hub logistico del Mediterraneo in funzione di 4 asset che ne miglioreranno la condizione infrastrutturale: nuova smart road A2, nuova linea AV, porto di Gioia Tauro, scalo aereo di Lamezia. E nel mentre si celebra una Calabria che viaggia spedita lungo la dorsale tirrenica, l’altra Calabria, quella che detiene due porti importanti, uno scalo aereo ed un nodo su ferro a Sibari non viene destata di considerazione alcuna, fatto salvo le briciole su indicate.
QUESTIONE FONDI DI COESIONE
Un miliardo e 600 milioni di euro derivanti dai fondi di coesione di Calabria e Sicilia saranno utilizzati per la costruzione del ponte sullo Stretto. Credo sia il primo caso in Italia in cui un’opera pubblica di valenza nazionale venga finanziata con una percentuale di fondi provenienti dalle spettanze regionali. Gli stessi fondi che vengono commisurati per ridurre il divario delle Regioni meridionali rispetto a quelle più evolute del nord Italia. Non mi sembra che grandi opere come il Terzo valico dei Giovi o la Gronda di Genova saranno realizzate con il contributo di fondi diversi da quelli statali, ma tant’è.
La domanda da porsi è: potrà il ponte perseguire l’obiettivo di ridurre il divario calabrese e siciliano rispetto a Regioni come la Lombardia ed il Veneto?
Temo di no!
E no già perché, personalmente, sia contrario all’infrastruttura, anzi…. Piuttosto mi chiedo come il ponte possa migliorare le condizioni di vita in aree come l’Arco Jonico, atteso che l’opera si inserisce nel corridoio tirrenico Ten-T che non sfiora l’area di levante neppure marginalmente.
QUESTIONE SANITÀ
Sembrerebbe che il futuro ospedale della Sibarite dovrebbe vedere la piena funzionalità entro il 2026. Tuttavia, almeno dalle rabberciate dichiarazioni di talune frange politiche, questo nuovo ospedale potrebbe essere un Hub. Peccato che le richiamate frange disconoscano cosa significhi un ospedale Hub e soprattutto cosa sia necessario in termini demografici per poter avere un ospedale di secondo livello.
In ambito pitagorico, invece, l’idea di utilizzare i fondi già stanziati per la realizzazione del nuovo PS, viene posticipata a data da destinarsi.
Ad oggi, l’unico dato che ritorna come certezza è che tanto lo spoke pitagorico quanto quello sibarita non dispongono di una divisione emodinamica. Con buon pace della “golden hour” salvavita che resta negata a circa il 70% dei Comuni ricadenti tra il Marchesato, la Sila Graeca ed il Pollino di levante.
QUESTIONE SICUREZZA
Con il nuovo anno, in Calabria, saranno istituiti nuovi Presidi di polizia. Saranno rimpinguati gli organici di Questure e Comandi Provinciali della Benemerita. Sullo Jonio, purtroppo, non giungono notizie circa l’elevazione a Gruppo del locale Reparto territoriale a Corigliano-Rossano. Vieppiù, si sono perse le tracce di ogni tentativo d’elevazione a Primo Dirigente del locale Commissariato. Quanto detto si consuma nella più totale indolenza di Stato. Lo stesso Stato che assiste con distacco alle mezzenotti di fuoco che da oltre due anni vedono l’area jonica teatro di roghi dolosi ad autovetture e mezzi di locomozione.
Sarà anche un caso, ma in quelle realtà calabresi (territorialmente e demograficamente più piccole della Città sibarita) in cui presenti Gruppi CC, Nuclei Gdf e Commissariati distrettuali (strutture che dispongono di maestranze pari quasi a quelle presenti nei relativi Comandi provinciali), le pagine di cronache non riportano fatti e misfatti della indicata gravità.
QUESTIONE DECREMENTO DELLA POPOLAZIONE
Qui il problema si complica e vorrei invitarvi a riflettere su quali siano le azioni predisposte dalla nostra Deputazione parlamentare e regionale per frenare il dilagante esodo giovanile da questa Regione. Se è vero come è vero che tutte le aree calabresi hanno un saldo negativo, figuriamoci cosa potrà accadere per quelle due aree (Sibaritide e Crotonese) che restano innegabilmente fuori da qualsivoglia discorso legato ai servizi. Almeno si attuasse una fiscalità differenziata, potremmo considerarci soddisfatti. Invero, nella Calabria del Nord est si pagano i medesimi tributi corrisposti altrove, pur nella consapevolezza che i servizi restano chimere rispetto ad altre realtà.
QUESTIONE DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO
La Regione Calabria ha posto parziale correttivo ad uno scriteriato sistema provinciale che a fronte di 29 Dirigenze da dedurtare in seno all’ambito di Cosenza, aveva visto ben 5 di queste tagliate alla sola Città di Corigliano-Rossano. Città, quella jonica, che a fronte di una popolazione studentesca fatta di circa 7500 discenti, tra Istituti Comprensivi ed Istituti Superiori, registra ancora l’ammanco di una Dirigenza sul monte studentesco. Mal comprendo, pertanto, le note stampa che celebrano vittorie di Pirro, poiché la Regione si è parzialmente limitata a riconoscere quanto alla Città spettante di diritto. Non mi pare che ci sia stata prelazione alcuna rispetto ad ambiti meno dimensionati che, tuttavia, hanno mantenuto posizioni ed autonomie seppur non suffragate dai numeri richiesti dalla norma.
QUESTIONE FESTEGGIAMENTI
Per quanto concerne le attività ricreative non possiamo certo lamentarci. Crotone ospiterà la troupe Rai con l’Anno che verrà. A Corigliano-Rossano, il concerto di Max Pezzali attirerà gente da ogni dove. Certamente due appuntamenti importanti, che riverseranno flussi notevoli nelle due Città joniche durante la notte di San Silvestro. Tuttavia, Capodanno dura una notte, mentre un anno e composto da rimanenti 364 giorni. E temo, purtoppo, che i giorni a seguire si ripresenteranno nella loro stantia routine.
Con ogni probabilità, commercianti ed imprenditori jonici continueranno ad assistere impotenti a flussi oceanici che consumeranno i sampietrini del corso a Cosenza, mentre loro dovranno sperare di portare a termine qualche affare con i soliti pochi che levigheranno le suole delle scarpe lungo i corsi Nazionale e Vittorio Veneto…
PROPOSITI PER IL FUTURO
Insomma, meglio sperare che lo Jonio si appresti a vivere un anno migliore rispetto a quello che volge al termine. Soprattutto, augurarsi che le nostre Classi Dirigenti abbiano intenzione di declinare una nuova prospettiva per un territorio dalle innate potenzialità, ma spesso dimenticato.
Nel frattempo, buona fine e buon inizio a Tutti”.