La Co-Cattedrale di Gerace continua a svelare la sua storia.
Dedicata a Maria Santissima Assunta, la Basilica Cattedrale di Gerace, è il più grande e maestoso edificio religioso di tutta la Calabria.
La struttura, edificata verso fine del XI, rappresenta un classico esempio della sintesi di forme e armonie architettoniche che unisce due culture completamente diverse tra loro: quella bizantina e quella normanna, rispecchiando così, l’humus culturale del periodo in cui fu realizzata. Essa rappresenta, altresì, il segno e la testimonianza della grande importanza che rivestiva la città di Gerace nel contesto del programma politico voluto dai Normanni sin dal primo periodo del loro insediamento nel Mezzogiorno d’Italia.
L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate ed è scandito da 20 colonne di reimpiego di età romana, con marmi provenienti dalla Tessaglia, in Grecia, dal Proconneso e dalla Troade, nell’odierna Turchia.
Nel sottocorpo del presbiterio si colloca la cripta che si estende per circa 500 mq ed è sorretta da 26 colonne di vario tipo, ed epoche. Una parte di tale ambiente costituisce probabilmente il nucleo originale di una chiesa più antica, sopraelevata e ampliata dai Normanni. Al centro vi è la cappella della Madonna dell’Itria, scavata in parte nella roccia e abbellita nel 1613 con tarsie marmoree di gusto tardo rinascimentale. Nel millennio della sua storia sono stati molti i restauri e le trasformazioni subite dall’edifico fino agli ultimi interventi della fine del secolo scorso che hanno privato l’antica cattedrale di tutte le superfetazioni barocche al fine di riportarla alle supposte forme normanne.
Il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria ha predisposto il finanziamento sulla verifica riduzione della vulnerabilità del rischio sismico del complesso monumentale della Cattedrale di Gerace, in cui si inserisce l’intervento di “svuotamento e messa in sicurezza” di un vano adiacente la Cappella dell’Itria. L’intervento inserito, nell’ambito del Programma di Interventi della Legge 11 Dicembre 2016 n° 232 art. 1 c, 140, si è prefisso il compito d’indagare e mettere in sicurezza un vano a ridosso della cappella dell’Itria, celato da un interro già in antico e del quale non se conosceva l’esistenza ma confermato da una serie di indagini diagnostiche eseguite prima della realizzazione del progetto di scavo.
Grazie a questo nuovo finanziamento, in sinergia con la Diocesi di Locri -Gerace è stato possibile avviare una nuova campagna di scavi archeologici. Scavi che hanno portato alla luce un nuovo ambiente e rarissimi reperti che confermano l’importanza della città di Gerace già nel IX sec. e che saranno illustrati il 29 dicembre alle ore 11 nella sala dell’arazzo della “Cittadella Vescovile di Gerace” alla presenza di Sua Eccellenza monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri Gerace, Maria Mallemace, Direttore del Segretariato del MiC Calabria, Paolo Praticò, Dirigente Generale Dipartimento SEAC Calabria, Rita Cicero, Funzionario architetto SABAP per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valenzia nonché progettista e DL, Alfredo Ruga, Funzionario archeologo SABAP per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valenzia e Giuseppe Mantella, Direttore Ufficio Beni Culturali ed Edilizia di Culto della Diocesi di Locri-Gerace.
Al termine della presentazione sarà possibile visitare gli scavi, guidati dal funzionario archeologo Alfredo Ruga ed il responsabile del cantiere archeologo Fabio Lico, e ammirare gli importanti reperti. Gli scavi, nel segno della condivisione di quanto appena svelato dall’oblio dei secoli saranno aperti al pubblico con visite guidate il 29 e 30 dicembre.