“Nell’epoca in cui a dettare legge è il libero mercato, che è sempre più un’arena in cui i grandi gruppi di potere sono liberi di giocare e disporre delle vite di lavoratrici e lavoratori, non è insolito quanto sta accadendo tra Calabria e Sicilia.
Dal primo gennaio circa 500 lavoratori Abramo CC andranno in cassa integrazione a zero ore, in seguito alla comunicazione da parte di TIM di non voler rinnovare alcune commesse.
Ancora una volta, lavoratrici e lavoratori sono vittime di azioni spregiudicate che vanno in conflitto con leggi dello Stato e contratti collettivi nazionali.
Nella nostra Regione il comparto delle telecomunicazioni ha un impatto rilevante in termini occupazionali e già in passato abbiamo assistito alla totale mancanza di rispetto dei lavoratori e ad una completa assenza di strategia industriale.
Pensiamo, quindi, sia interesse di tutte le istituzioni regionali e nazionali rispondere all’allarme lanciato dai sindacati per evitare un ulteriore dramma sociale nel nostro territorio.
Per questo siamo solidali con i lavoratori in stato di agitazione per la salvaguardia del proprio posto di lavoro”.
Lo afferma in una nota il Partito della Rifondazione Comunista della Calabria.