Il “grande imbroglio”: così l’ex sindaco di Rende, Marcello Manna, ha definito stamane nel corso di una conferenza stampa indetta con giunta e consiglieri comunali di maggioranza le vicende giudiziarie e politiche che hanno caratterizzato gli ultimi due anni di governo con l’epilogo del commissariamento.
L’avvocato, annunciando che si appellerà al Presidente della Repubblica affinché intervenga, ha sottolineato: “Faccio mie le parole pronunciate a luglio dal presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia in commissione affari costituzionali, che chiedeva di recidere il legame tra alcuni inquirenti e una certa politica. Calzano a pennello con ciò che è accaduto all’amministrazione comunale di Rende. Ad oggi ancora ignoriamo il perché di questo commissariamento, ci è stato più volte negato di poter conoscere i contenuti della commissione d’accesso”.
L’ex sindaco poi afferma: “Credo fermamente nella giustizia, non è un caso che faccio l’avvocato da anni, ma di alcuni inquirenti non mi fido, non sono super partes. Neppure capisco il silenzio della politica dinanzi a tali accadimenti. Pare esserci un disegno politico preciso dietro a tale accanimento giudiziario, soprattutto se si è come noi consapevoli di aver agito sempre nella massima trasparenza degli atti. Purtroppo la Calabria appare sempre più sottomessa a certe logiche di centri di potere che ancora oggi fanno della nostra regione un territorio involuto, arretrato culturalmente, soggiogata appunto dai poteri forti”, ha proseguito Manna che è poi entrato nel nodo della situazione.
“C’è una legge che va cambiata e che non deve consentire a chi ha istruito i processi di non poter far parte anche della commissione d’accesso: non si può essere controllore e controllato: la terziarietà non esiste? Né riusciamo a spiegarci come nella relazione del prefetto si parli di una astensione da parte del sindaco di Cosenza Franz Caruso che invece afferma di essersi opposto allo scioglimento del comune. Viceversa, sembrerebbe che il presidente della provincia Rosaria Succurro abbia incredibilmente votato a favore nonostante rivesta anche la carica di presidente Anci Calabria, organo che dovrebbe essere espressione di massima tutela di sindaci e amministrazioni. Elementi che ci fanno pensare che non si tratti più di un fatto meramente giudiziario, ma politico. Siamo sempre più convinti che ci sia stata una infiltrazione politica e non mafiosa. Come veri e propri atti politici e non amministrativi sono quelli che i commissari, nominati di gran fretta dal ministro, hanno compiuto all’indomani del loro insediamento: annullare il PSC, bloccare l’adesione alla rottamazione totale delle cartelle esattoriali. Quali ruoli svolgono i commissari? Per nome di chi agiscono? Rende è ormai uscita dal pre-dissesto, dati alla mano è la città con trend positivo in termini economici, sociali, culturali. Ha visto approvare con il PNRR tutte le opere presentate e che sono già in corso di realizzazione. A chi dava fastidio tutto ciò? Di sicuro senza Rende l’attuale iter per la città unica appare di più semplice fattibilità”.
L’avvocato ha poi posto l’accento su quanto accaduto per il ricorso: “Si era scelto di comune accordo di rinunciare a un grado di giudizio e fare direttamente ricorso al Capo dello Stato: l’avvocatura sì è opposta richiedendo invece il TAR e allungando dunque i tempi di attesa per una sentenza. Se si pensasse male crederemmo che si cerchi di prendere più tempo. D’altronde appare incredibile che -anche questa bizzarra anomalia- i commissari prefettizi abbiano nominato un avvocato appositamente per opporsi al nostro ricorso, pur non essendo il comune di Rende parte in causa!”.
“La storia di Cirò Marina, Strongoli, Caccuri, Pizzo, Vibo, Reggio Calabria ci insegna che lo strumento del commisariamento facile é una vera e propria piaga di questa terra. Come è storia di questa regione che in ognuno di questi casi la politica sia stata sia prima che dopo silente, con la mano tremante. Questa amministrazione era libera, non rispondeva a nessuno e forse è stato questo a dare fastidio: il buon governo e il ruolo determinante che Rende aveva acquisto nella intera regione”.
L’ex sindaco Manna ha poi concluso: “La città va informata su queste corbellerie: un imbroglio totale per il quale si è sciolta una amministrazione comunale sana. Se ne dovrà dare conto a tutta la comunità che tutto ciò si basa sul nulla. È un fatto grave ciò che è accaduto. C’è bisogno di far crescere l’autorevolezza della politica attraverso una narrazione forte e non di palazzo”.