“L’Università delle Generazioni – scrive in una nota Domenico Lanciano – da molti anni segue motivazioni e ragionamenti, da una parte e dall’altra, sulla fattibilità o meno del grande ponte sullo Stretto di Messina. E appare chiaro che su una realizzazione così importante non ci sia una visione unanime, nemmeno tra gli scienziati e i super-tecnici. E già questo depone male per un’opera così imponente che divora ogni tipo di risorse umane, ambientali, economiche e così via. E’ persistente il timore che sia poi la Politica a decidere su un fatto puramente tecnico e controverso, così come in epoche anteriori è stata la Religione a sentenziare su cose che dalla religione esulavano. E abbiamo poi visto i risultati. Si torna così al medioevo?…
Qui non si tratta nemmeno di realizzare un referendum tra le popolazioni più interessate
di Calabria e Sicilia, come qualcuno aveva proposto; né di contrapporre un “Sì assoluto”
a fronte di un “No assoluto”. E non è la prima volta nella storia umana che si tende alla
costruzione di opere gigantesche che sfidano la natura prima ancora che la scienza. Tra
costi e benefici, poi, il dubbio resta, pure a fronte delle ben note carenze territoriali. Ma
c’è una situazione di fatto che taglia la testa al toro e che diventa quel “No assoluto”
imposto dalla natura dei luoghi … ed è la sismicità, una situazione che non perdona. Ed è
pura illusione mettersi contro le forze occulte (ed anche mitologiche) di questo Stretto
che è tra le zone più belle del mondo e che, prima dell’immaginabile, può diventare
“archeologia” tutto ciò che viene costruito a sfida del semplice buon senso e della Storia!
Certo, la sfida tecnologica del ponte sullo Stretto porterà a studi innovativi e a risultati
notevoli che potranno valere per altre sfide, ma il costo umano, economico, ambientale
e quanto altro sarà troppo alto dinanzi alla possibilità che resti davvero “archeologia”
persino nel breve termine per i paradossi pure delle tante “cattedrali nel deserto” che
la Calabria e il Meridione hanno già patìto in varie epoche e sotto tanti governi. Non dite
poi che non vi avevamo messo in guardia. La caparbietà sul ponte non paga alla lunga.
L’Università delle Generazioni intende, infine, – conclude la nota – ricordare il sacrificio di Franco Nisticò, già Sindaco di Badolato (CZ) e presidente del Coordinamento sulla Strata Statale 106, morto proprio a Cannitello di Villa San Giovanni sabato 19 dicembre 2009 (giusto 14 anni fa) proprio per dire “No al ponte” assieme a 20mila manifestanti. I mancati soccorsi patìti da Nisticò sono emblema e profezia di un’etica sociale che manca e che ignora tutto ciò che non permette la costruzione di un’opera destinata a diventare “archeologia” persino ingombrante come tutti i rottami industriali lasciati da politiche statali forsennate“.