Coinvolgere gli Enti del Terzo Settore, le Istituzioni e i cittadini in attività che possano contribuire a rafforzare la dimensione dell’antimafia sociale. È l’obiettivo comune della Fondazione Trame ETS e di CSV Catanzaro Crotone Vibo Valentia – Calabria Centro che, consapevoli della necessità di promuovere la cultura della partecipazione democratica, della cittadinanza attiva e della legalità nel contesto territoriale calabrese, nella giornata di oggi hanno siglato un protocollo d’intesa triennale presso il Civico Trame di Lamezia Terme, sottoscritto anche dall’Associazione di promozione sociale TERRA DI MEZZO, dall’Associazione di promozione sociale Vitambiente, dall’Associazione I GIOVANI DELLA CARITA’ ODV, dall’Associazione ARCI CROTONE APS, dall’Associazione ARCI IL BARRIO APS, dall’Associazione ADULTIRAIDER CIRO’ MARINA e dall’ASSOCIAZIONE PROMOZIONE SOCIALE A. MASLOW.
Un passo importante finalizzato alla creazione di una vasta rete di soggetti impegnata nella programmazione e realizzazione di attività, servizi ed iniziative volte a concretizzare un percorso condiviso di antimafia sociale, per promuovere il radicamento ed il rafforzamento della cultura della partecipazione democratica e della cittadinanza attiva nelle nostre comunità.
Per il tramite di questa nuova intesa si intende rinnovare la relazione tra Pubblica Amministrazione, in modo particolare il mondo della scuola, enti del terzo settore, cittadini e tutti gli attori sociali, economici, culturali, istituzionali in modo da stimolare l’attuazione di un nuovo modello collaborativo e sinergico efficace nel delineare processi virtuosi per la rinascita sociale, civile e culturale del nostro territorio.
“L’esperienza maturata da Trame.festival si mette oggi al servizio dell’antimafia sociale – ha dichiarato il presidente della Fondazione Trame ETS Nuccio Iovene – Trame continua a mantenere salde le radici a Lamezia Terme ma è un patrimonio della Calabria intera, e non solo. Per questo con la collaborazione di Csv Calabria Centro e delle realtà del Terzo Settore che vi operano, vogliamo alzare la consapevolezza della pericolosità delle mafie e della ndrangheta in particolare, e diffondere un’attività di formazione culturale e educativa in tutta la regione per contrastarne la pervasività. I temi e le modalità con cui Trame opera a Lamezia ormai da tanti anni, con il festival ma anche nelle scuole o attraverso le iniziative del Civico Trame, trovano oggi occasione di diffondersi tra le altre realtà che vogliano impegnarsi nella costruzione di una cultura della legalità, anche in altri contesti o con altri mezzi e forme”.
“L’obiettivo fondamentale è essere comunità – ha chiarito nel suo intervento Guglielmo Merazzi presidente di CSV Catanzaro Crotone Vibo Valentia – Calabria Centro – considero molto positivamente l’esperienza di Trame ed è necessario che vada aldilà dell’esperienza del festival e si traduca in presenza continua sul territorio, che sia portatrice di un’impostazione culturale del proprio modo d’essere e di come fare barriera ai fenomeni dell’illegalità presenti anche nel nostro settore, soprattutto nell’ambito della prevenzione. Insieme possiamo incidere sul territorio con un’azione di natura culturale, e dare continuità in qualità di testimoni di legalità. Dobbiamo essere uniti per generare un cambiamento”.
“La sottovalutazione dei fenomeni mafiosi e della ndrangheta nella nostra regione ci spinge a fare di più – ha commentato Filippo Sestito, direttore del Centro Studi del “Centro Servizi per il Volontariato Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia – Calabria Centro” – investiamo sulla Fondazione Trame perché puntiamo sull’educazione e sulla formazione. Innanzitutto, studieremo e, nel 2024, prevediamo di mettere in campo non solo risorse economiche ma anche umane. Con la sottoscrizione di questo protocollo vogliamo dar vita ad un circuito di antimafia sociale. È l’inizio di un percorso che mira a valorizzare le esperienze migliori”.
Tutte le associazioni che aderiscono al protocollo si impegnano a dare il proprio prezioso contributo fornendo il proprio apporto nella realizzazione di specifiche attività ed iniziative sulla base delle specifiche esperienze e competenze.
Affrontare sfide così complesse richiede infatti un impegno collettivo. Unire le forze pertanto non è solo il primo passo richiesto dal protocollo, ma anche una responsabilità condivisa.