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‘Ndrangheta, Un Mondo di Mondi: “Procura Reggio e media non utilizzino informazione etnicizzata ai danni della comunità rom”

“Questa Associazione  considerando l’importante azione di lotta alla ‘ndrangheta  condotta dalla  Procura  di Reggio Calabria,  diretta dal Dr  G. Bombardieri, e dai Mass Media  chiede ad entrambi di  non utilizzare l’informazione etnicizzata dei reati  ai danni della comunità rom .

Questa informazione , anche se involontariamente, produce come effetto la “criminalizzazione mediatica”  di tutti i cittadini  rom  non coinvolti nei fatti di reato, in quanto non segue  le regole della corretta notizia  ed il principio costituzionale secondo il quale la responsabilità penale è personale.

Il meccanismo, purtroppo, molto diffuso è questo : quando delle persone  rom vengono  accusate di reati di ‘ndrangheta o di reati comuni la notizia viene data sottolineando  non tanto  la loro identità personale  ma la loro provenienza etnia e in questo modo si mette in relazione diretta  l’intera comunità rom con i reati di cui sono accusate queste persone   . Questo modo di informare fa diventare  “colpevole” dei reati   non solo i singoli  accusati  ma, soprattutto, l’intero gruppo rom  che chiaramente non ha alcuna responsabilità  per i reati  contestati ai singoli soggetti e non è in grado di difendersi dalle “accuse mediatiche”.  

Tale informazione,  coniugandosi con i pregiudizi storici esistenti verso questa minoranza,   costituisce un forte ostacolo al percorso  di inclusione sociale  nel quale la comunità rom  si sta impegnando  da tempo  e quindi  favorisce lo sviluppo di  analisi errate  secondo le quali la comunità  rom costituirebbe la “causa principale”  dei problemi di interi quartieri e di alcune scuole . Con queste analisi in cui il capro espiatorio è la comunità rom  si nascondono le reali responsabilità  dei problemi sociali .

 Tutto  questo ha conseguenze  pesantissime  sulla vita  delle famiglie  rom  ma pure  sull’intera città.

Per  questo  riteniamo sia  necessario ed  urgente  eliminare  l’informazione etnica dei reati nel rispetto delle regole vigenti.  Difatti   questa  informazione viola il codice deontologico del Giornalismo, la Carta di Roma recepita dallo stesso  codice e la Costituzione.  Le linee guida della Carta di Roma a pagina 24, trattando il primo principio che raccomanda l’uso di termini giuridicamente adeguati,  riportano quanto segue : “L’antiziganismo, secondo lo special rapporteur per le minoranze dell’Onu, comprende anche i forti pregiudizi e stereotipi verso i rom, che conducono a etichettare queste comunità come criminali, aggressive o come parassiti nella società. Accade spesso infatti che una informazione distorta da parte di alcuni mass media contribuisca a creare in modo artificioso un clima di allarme sociale del tutto ingiustificato, che non trova poi riscontro reale negli avvenimenti quotidiani, attraverso la divulgazione di notizie, che nel caso dei sinti e dei rom, vedono l’accostamento generalizzato e senza distinzione alcuna di un intero gruppo etnico con determinati fenomeni di criminalità.” Sul  terzo principio della Carta di Roma  che raccomanda la correttezza delle informazioni in particolare nel trattare la criminalità le linee guida a pagina 31 riportano che   : “Evitare di “etnicizzare” le notizie non significa censurare certe informazioni? Non si chiede di censurare informazioni, ma di selezionare, tra le varie caratteristiche proprie di una persona, solo quelle veramente pertinenti a capire cosa è successo. Mentre sarebbe utile alla comprensione della vicenda scrivere «Cittadino albanese arrestato alla stazione: era ricercato dalla polizia di Tirana», la designazione attraverso la nazionalità sarebbe superflua in un generico caso di cronaca nera come «Albanese arrestato: non si era fermato a un posto di blocco». In questo modo si suggerirebbe che la provenienza dall’Albania è rilevante per spiegare le azioni del soggetto e si favorirebbe l’associazione automatica nel lettore tra nazionalità e fatto criminoso. Una volta era consueto scrivere «Rapina in centro. Arrestati due meridionali». Oggi si tende a scrivere «due romeni», «due extracomunitari» ecc. Bisognerebbe ogni volta chiedersi «Scriverei “due italiani”?» ”  

Ricordiamo, inoltre, che la nostra Costituzione all’articolo 27 dichiara che “La responsabilità penale è personale.”. Questo significa che la responsabilità penale non è mai etnica o di gruppo . E’ per questo che nell’informazione di reato non si dovrebbe mai fare riferimento all’appartenenza etnica o alla comunità di provenienza  di coloro che vengono accusati dei reati, perché la loro scelta criminale se accertata  è un fatto  esclusivamente  personale non una scelta  etnica o di comunità. L’ informazione   dovrebbe riguardare esclusivamente le persone  accusate di reati e non l’ etnia o la  comunità  di loro appartenenza.  Bisogna dire che queste regole sull’informazione dei reati vengono rispettate  per tutti i gruppi e le comunità, ma non   per i rom ed i migranti.

Difatti nonostante la radicata e  forte  presenza storica della ‘ndrangheta nella città di Reggio Calabria, nella quotidiana informazione sui gravissimi reati di ‘ndrangheta di cui sono accusati dei reggini la comunità reggina, com’è  corretto , non viene mai messa in relazione ai reati di ‘ndragheta, anche se a questa   comunità appartengono tutti gli accusati dei reati di cui sopra . Per la comunità reggina l’informazione dei reati  rispetta il Codice deontologico del Giornalismo ed il dettato Costituzionale . Ma la comunità rom è costituita da persone reggine che hanno gli stessi diritti delle altre persone  e quindi anche per questa comunità, come anche per le comunità dei migranti, andrebbero  rispettate le regole della corretta informazione.

Concludiamo con l’auspicio che questo nostro appello venga accolto  dal Procuratore Dr G. Bombardieri e dalle Redazioni giornalistiche  come una critica costruttiva e per questo speriamo  anche in un  confronto sereno”.

Così in una nota il presidente di Un Mondo di Mondi, Giacomo Marino.

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