“Il brutale assassinio della 67enne dottoressa a Santa Cristina, in Aspromonte, conferma gli allarmi da tempo lanciati dalla nostra categoria: si sta sviluppando nel paese una gravissima stagione di ‘caccia ai medici’, individuati come veri e propri bersagli. Si tratta di una situazione deprecabile che va affrontata di petto, se necessario anche con l’intervento dell’esercito”. Così Carmela De Rango, segretario nazionale della Confederazione italiana medici ospedalità privata.
“Oltre all’imprescindibile cordoglio e alla vicinanza alla famiglia in questo triste momento – aggiunge De Rango – i corpi intermedi sono chiamati a fare un passo in più: pretendere più sicurezza per i medici, stimolare le istituzioni nazionali e locali a promuovere una strategia più efficace che faccia sentire al sicuro i professionisti, garantendo un presidio costante nelle sedi di lavoro. L’obiettivo è far sì che l’agguato avvenuto in Calabria non si esaurisca in parole di circostanza o in qualche giorno di attenzione mediatica, ma sia occasione per ridefinire un perimetro di sicurezza e coesione attorno ad una categoria professionale sotto schiaffo”.