“Rientrava dal lavoro Francesca Romeo, la dottoressa prossima alla pensione, dopo il turno di notte. Era in compagnia del marito che era rimasto con lei sul posto di lavoro durante il turno, così riportano le notizie di cronaca ed è stata colpita a morte in un agguato sulla strada di casa.
È un fatto sconvolgente sul quale non possiamo non esprimere tutto il nostro orrore che potrebbe aggravarsi qualora si dovesse accertare che il movente dovesse ricondursi a ragioni professionali. Le postazioni di Guardia medica, così come i pronto soccorso sono la trincea più esposta e più a rischio per i professionisti che prestano cure immediate a chi ha un bisogno di salute. Altre volte, in altri luoghi, proprio le donne in servizio presso le postazioni di guardia medica hanno subito intimidazioni e tentativi di violenza ed è emersa in quei casi la necessità che dovessero essere diversamente organizzate le postazioni dei servizi di continuità assistenziale che risultavano isolate e a rischio. Le indagini, speriamo in tempi bravi, dovranno dare risposte ai tanti interrogativi che spiegheranno perché è accaduto un delitto così efferato. Oggi sappiamo solo che una professionista dedita alla cura delle persone, rientrando a casa dal lavoro è stata vittima di un tragico agguato. Se le ragioni di tanta violenza dovessero ricondursi al lavoro svolto dalla dottoressa, oltre che l’ennesima morte per il lavoro, questa si andrebbe a sommare ai gravi rischi di un professionista della salute che in questa terra possono raggiungere conseguenze estreme. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia e a tutti i colleghi della dottoressa per la gravissima perdita avvenuta per mano criminale”.
Lo affermano in una nota Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria.