Nelle famiglie che vivono in condizione di esclusione sociale ed economica, il 41% dei minori non frequenta la scuola secondaria di secondo grado, il 60% non ha mai letto un libro, il 62% afferma di non saper esprimere felicità e la metà dichiara di non mangiare tre pasti al giorno. Oggi, inoltre, solo il 21% fa passeggiate all’aria aperta, in netto calo rispetto al 41% del periodo pre-covid. Anche i minori che praticano sport diminuiscono: dal 29% prima della pandemia sono diventati ora il 21%.
Questi sono alcuni dei dati più allarmanti emersi dall’Indagine sulla povertà educativa in Italia, realizzata dalla fondazione L’albero della vita con la supervisione scientifica dell’università di Palermo e presentata oggi al palazzo Theodoli-Bianchelli della Camera dei deputati.
Lo studio è stato realizzato tra agosto e settembre 2022 e ha coinvolto 454 beneficiari del programma nazionale di contrasto alla povertà “Varcare la soglia”, attivo a Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo. Ne è emerso prima di tutto che il 74% delle famiglie intervistate vive in condizione di povertà estrema e che per il 63% del campione è difficile acquistare materiale scolastico e abbigliamento adeguato per la scuola.
Da questo dipende un diffuso senso di inadeguatezza nelle famiglie, che si aggiunge ad una generale sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica. Nonostante questo, l’80% dei bambini intervistati trova che la scuola sia un’opportunità per scoprire i propri interessi e progettare il futuro, mentre il 74% pensa sia anche un mezzo per guadagnare fiducia in sé stessi.
Fuori dalla scuola grava sulla serenità dei minori anche la situazione abitativa delle famiglie. Il 59% dei bambini ha dichiarato di vivere in una casa fredda e quasi la metà (il 49%) dice di non sentirsi al sicuro nel suo quartiere.
Preoccupa, infine, l’impiego del tempo libero. Alla lettura si dedica solo il 17% del campione, appena il 28% disegna e 97% non è mai stato ad un concerto.
A causa dei problemi economici, infine, il 71% dei ragazzi dice di non essere mai andato in vacanza durante l’anno. “Crediamo sia fondamentale promuovere comunità educative, con la scuola al centro – afferma Isabella Catapano, direttrice generale della fondazione – in cui gli attori istituzionali, sociali, culturali ed economici si assumano la responsabilità di percorsi di crescita e studio dei minori. Invitiamo inoltre a utilizzare di più e meglio gli enti del terzo settore come ‘sentinelle’ sui territori”.