Gerace, uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, è immerso nel cuore della Locride e ha una storia ricca di influenze bizantine e normanne. Questa affascinante località è rinomata per i suoi sontuosi palazzi e imponenti edifici religiosi. Prima dell’anno Mille, contava già ben 80 chiese, oltre a 12 conventi ed 8 monasteri, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Gerusalemme del Sud”. Oggi, Gerace conserva il suo caratteristico aspetto medievale e rappresenta un autentico scrigno in cui si fondono arte, cultura, cucina tradizionale, secolari usanze e bellezze naturali, il tutto armonizzato con le espressioni tecnologiche più moderne.
Conosciuto anche come il “borgo dello sparviero”, secondo una leggenda locale, fu proprio questo uccello rapace a indicare il luogo in cui fondare l’abitato. Gerace è inserito tra i “10 Borghi più Belli d’Italia” ed è insignito della “Bandiera Arancione”, riconoscimento conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell’entroterra nazionale che si distinguono per l’offerta di eccellenza e la qualità dell’accoglienza.
Questo incantevole borgo offre agli amanti del buon vivere e ai turisti del “Grand Tour 3.0” l’opportunità di scoprire le sue strade e i suoi vicoli, visitando chiese, palazzi e musei. Qui è possibile gustare prelibatezze locali come la granita al bergamotto o il gelato accompagnato dal caratteristico “tuppo”, una piccola brioche. Questa è una piacevole sosta prima di partire alla scoperta di esperienze uniche, narrate da uomini e donne che hanno scelto di non abbandonare la loro terra natia, ma di restare per preservare un’eredità di accoglienza e artigianato di alta qualità.
La maggior parte di queste persone, appassionate ed esperte, racconta le proprie storie di vita e consiglia i prodotti più adatti ai clienti, trasformandoli immediatamente in amici a cui desiderano regalare emozioni. Tina Macrì, ad esempio, una laureata in lettere che ha abbandonato la sua carriera per aprire il laboratorio “Aracne”, così chiamato in omaggio alla mitologica tessitrice greca. Qui, con maestria, crea borse, asciugamani, scialli e coperte di straordinaria raffinatezza, utilizzando anni di ricerca per rivitalizzare un’arte a rischio di scomparsa.
Allo stesso modo, Rosetta Bolognino produce saponi all’olio extravergine d’oliva, creme, cioccolatini e biscotti al gelsomino seguendo tecniche millenarie. Susanna Campiti, un’altra orgogliosa geracese, plasma l’argilla con abilità per creare ceramiche che riprendono antichi motivi greci, come anfore, vasi e pignatte. Questa arte ha radici profonde nella storia di Gerace, che sin dalla sua fondazione nel VI secolo d.C. è stata uno dei centri più importanti di produzione ceramica, grazie anche al contributo di artisti come Antonio Condò. Insieme al fratello Giovanni, gestisce un laboratorio a pochi passi dalla Cattedrale, dove tradizione e modernità si fondono armoniosamente in raffinati oggetti.
Nel negozio-laboratorio situato nella famosa piazza del Tocco, Gianluca e Antonella Innocenzi, raffinati orafi di “Angeli di Cristallo”, creano gioielli antichi in stile bizantino.
Gerace è quindi una città di uomini e donne resistenti e resilienti che, con coraggio, hanno intrapreso un viaggio alla ricerca di sé stessi. Una di queste figure è Mirella Mujà, originaria di Siderno, che ha trascorso parte della sua vita a Genova e Parigi, dove ha insegnato alla Sorbona e ha avuto successo. Tuttavia, ha fatto una scelta radicale, decidendo di abbracciare la vita eremitica delle monache bizantine. Attualmente, Mirella vive nell’Eremo di Santa Maria di Monserrato a Gerace. Sebbene non appartenga più al mondo, è ancora nel mondo, pronta ad incontrare chi cerca una parola di conforto e il senso della vita. Le sue icone, create mentre guarda l’orizzonte dalla sua finestra aperta al sorgere del sole, sono un’espressione di questa nuova vita dedicata alla spiritualità.
Gerace è un luogo in cui le storie delle persone si intrecciano con la storia millenaria della città, creando un ambiente unico e affascinante che merita di essere scoperto e apprezzato.