Beni per 6 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia in esecuzione di un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Milano – Sezione Misure di Prevenzione ai sensi del codice antimafia. La misura e’ stata emessa, su proposta congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia milanese e del Direttore della Dia nei confronti di un uomo di origini calabresi residente in provincia di Milano.L’istruttoria e’ stata originata dall’attivita’ di polizia giudiziaria svolta dalla Dia sotto l’egida della procura milanese che aveva portato all’arresto del prevenuto in quanto gravemente indiziato del reato di trasferimento fraudolento di beni e valori.
Nel dettaglio, le attivita’ investigative avevano in luce come grazie alla “copertura” fornitagli da alcuni prestanome, l’indagato, gia’ in passato condannato per reati di traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, aveva fittiziamente attribuito a terzi la titolarita’ delle sue aziende. Tutto cio’ al fine di eludere l’avvio di un eventuale procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali e per aggirare, in qualita’ di subappaltatore e subfornitore in appalti pubblici, le disposizioni in materia di certificazioni antimafia. Gli sviluppi delle successive investigazioni economico-finanziarie hanno consentito di pervenire alla puntuale individuazione di quattro complessi aziendali (comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi) nonche’ di altri tre immobili intestati a terze persone ma nella piena disponibilita’ del prevenuto, il tutto per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, sottoposti a sequestro in quanto ritenuti il frutto delle attivita’ illecite commesse da quest’ultimo.
Il provvedimento riguarda Pietro Paolo Portolesi, 52 anni originario di Plati’ (Reggio Calabria) condannato lo scorso 21 luglio a 3 anni e 3 mesi con l’accusa di trasferimento fraudolento di beni e valori. Stando alle indagini della Dia, coordinato dall’aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Silvia Bonardi, Portolesi, pregiudicato per l’affiliazione alla locale di ‘ Ndranghetadi Volpiano (Torino), temendo l’avvio di un procedimento di applicazioni di misure di prevenzione avrebbe intestato a prestanomi una serie di imprese da lui amministrate e operanti nel settore delle cave, del trasporto e dello stoccaggio di materiali inerti e di rifiuti da demolizione . Le societa’ di Portolesi si avrebbero aggiudicate subappalti nell’ambito di opere pubbliche come le demolizioni all’Ortomercato di Milano, i cantieri della Tangenziale di Novara e anche della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana che ospitera’ il villaggio olimpico per i giochi invernali del 2026. Il 15 giugno 2022 Portolesi era finito agli arresti domiciliari su ordine della gip Anna Calabi. Il sequestro riguarda quattro complessi aziendali (comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi), tre immobili intestati a terze persone ma nella piena disponibilita’ di Portolesi. (AGI)