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Confindustria, il presidente Bonomi all’assemblea di Cosenza: “Tre obiettivi: investimenti, riforme, e giù tasse sul lavoro”

“La Calabria e’ nel mio cuore, ecco perche’ vengo spesso. Sono vicino all’intero Mezzogiorno, perche’ soffre di piu’. Fare l’imprenditore al Nord e’ piu’ facile, voi avete grande capacita’ e vi ammiro”. Lo ha detto il presidente di Confindustria nazionale, Carlo Bonomi, intervenendo oggi a Cosenza all’assemblea degli industriali.

“Fate impresa in condizioni molto complicate a partire dalle infrastrutture – ha aggiunto Bonomi – E’ importante essere vicino al presidente Occhiuto perche’ vuole portare il cambiamento. Oggi la sfida e’ mettere l’uomo al centro. Si parla di industria 5.0 ed e’ per questo che dobbiamo investire per agganciare le transizioni che sono ineludibili, transizione green, transizione digitale, pero’ per farlo servono investimenti. Noi, prendiamo i numeri della Commissione Europea, per agganciare gli obiettivi ambientali. Bisogna investire a livello europeo. Non abbiamo mai visto cosi’ tante risorse finanziarie da investire. Senza industria l’Europa non esiste. In momento il Governo non ha a disposizione risorse infinite e preparare una legge di bilancio quando ci sono ancora partite molto grosse aperte, diventa complicato”.

“Siamo stati chiari – ha aggiunto Bonomi parlando con i giornalisti – ci sono tre obiettivi: gli investimenti che vanno stimolati, le riforme e abbassare le tasse sul lavoro. Nonostante gli interventi fatti, il 2021 sul 2022 il cuneo fiscale e’ aumentato ancora e siamo uno dei Paesi europei dove e’ aumentato di piu’. Bisogna fare un taglio al cuneo fiscale strutturale, sedici miliardi, di cui due terzi concentrato a favore dei lavoratori e un terzo per le imprese”.

“Noi siamo il corpo intermedio dello Stato, abbiamo una funzione sociale che rivendichiamo, ma poi dobbiamo anche essere pronti a difenderla. Perché fare le cose giuste è molto più complicato di fare quelle comode. Abbiamo stupito il mondo dopo il Covid. Si parla di miracolo? No. Non è un miracolo. Noi abbiamo fatto i compiti a casa”.

“Noi dopo le crisi del 2008, 2010, 2011 quando abbiamo preso le sberle, bisogna dirlo – ha aggiunto Bonomi – abbiamo fatto i compiti a casa. Abbiamo patrimonializzato le nostre imprese. Abbiamo investito in ricerca e innovazione. Siamo andati sui mercati internazionali e abbiamo differenziato. Poi abbiamo avuto la fortuna di incrociare un provvedimento di politica industriale che era l’industria 4.0 e quindi noi ci siamo fatti trovare pronti alla sfida della ripartenza. Oggi la sfida qual è? È mettere l’uomo al centro, l’industria 5.0 ed è per questo che insistiamo molto perché dobbiamo investire per agganciare le transizioni che sono ineludibili: transizione green, transizione digitale, però per farlo servono investimenti”.

“Non chiediamo sussidi, chiediamo stimoli. E di aiutarci a investire in un momento molto complicato, in un momento dove la competitività a livello mondiale è fortissima”.

“Stati Uniti e Cina – ha aggiunto Bonomi – ci hanno lanciato una sfida fortissima sulla competitività. La Cina lancia il piano Cina 2035 perché intende diventare la prima nazione per tecnologia al mondo. Gli Stati Uniti, visto quello che è successo in questo periodo, decidono che le filiere strategiche devono tornare negli Usa, vogliono il controllo delle loro filiere strategiche e investono trilioni di dollari. L’Europa fa un’altra scelta che noi condividiamo, che è quella di dover diventare il continente più sostenibile, i campioni della sostenibilità”.

“Noi vogliamo essere messi – ha sostenuto il leader di Confindustria – nelle condizioni di competere come gli altri, come Stati Uniti e Cina, e all’interno dell’Europa, perché la scelta delle vie nazionali, quindi gli aiuti di Stato, è una scelta sbagliata, che avvantaggia i paesi che hanno più spazio fiscale. In questo Paese non si sta dicendo quali sono i pericoli di raggiungere obiettivi così importanti in tempi così stretti senza un accompagnamento finanziario. E questo vuol dire perdere migliaia di posti di lavoro. Allora, o noi facciamo una riflessione seria, scevra dalle ideologie, o sennò il Paese non va avanti”.

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