di Gaia Serena Ferrara – “Quando la stagione si concluderà daremo maggiore contezza, ma già ora la diminuzione è del 52% rispetto all’anno scorso”.
Non un dato definitivo, ma una tendenza positiva quella registrata dalla Protezione civile regionale in materia di incendi. Numeri che sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa alla Cittadella regionale, a Catanzaro, alla presenza del capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il quale ha incontrato l’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, il suo omologo in Calabria, Domenico Costarella, e il direttore generale di Calabria Verde, Giuseppe Oliva.
Gli stessi hanno tracciato, dunque, un quadro complessivo in miglioramento sul fronte della lotta ai piromani. Eppure, in queste settimane estive non sono mancate le polemiche. “La macchia calabrese è arsa”. Era il 13 luglio scorso quando, con un comunicato che non lasciava troppo spazio all’interpretazione, il sindacato Usb denunciava la sostanziale inefficacia del piano regionale per la prevenzione degli incendi boschivi.
“I soliti proclami pre-stagionali – si leggeva nella nota – per poi come ogni anno assistere alle ciance delle attività svolte, vantandosi delle migliaia di interventi risolti, anzi centinaia di migliaia, senza guardarsi intorno”.
Secondo l’assessore Gallo, invece, al netto di “alcune difficoltà di coordinamento delle squadre e degli interventi”, la Giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto (oggi assente) porterebbe con sé il merito di aver avviato “la politica della tolleranza zero”, indicata dallo stesso esponente dell’esecutivo regionale come “la vera svolta”: in questo senso, “siamo passati da una lotta attiva alla prevenzione anche grazie all’azione dei forestali”. “Da questo punto di vista lo scopo è fare in modo che ognuno tuteli maggiormente le aree di territorio che sono ‘affidate’ al loro controllo. Mi riferisco al lavoro dei Carabinieri forestali, agli operatori di Calabria Verde, e anche agli stessi cacciatori che coinvolgiamo nel monitoraggio del territorio”, ha aggiunto Gallo.
Curcio ha posto l’accento sull’utilizzo della tecnologia per individuare i piromani e prevenire i roghi dolosi. “Abbiamo fatto il punto con l’assessore Gallo e il collega Costarella, e poi abbiamo messo a fuoco esperienze importanti come i gemellaggi dei campi scuola o come quella dei droni”, ha dichiarato il capo della Protezione Civile. “La tecnologia dei droni in Protezione civile è molto interessante ed efficace, mette insieme la tecnologia dei droni nell’ambito delle sale operative, quindi in ambito procedurale”
Il drone, quindi, come “deterrente da inserire nella pianificazione, senza che interferisca con altre attività in corso”, “può essere ed è uno strumento di prevenzione”. Allo stesso tempo, tuttavia, Curcio non si è sottratto all’analisi delle contraddizioni che l’uso dei droni potrebbe generare in ambito etico, della privacy e della sicurezza: “Abbiamo cercato un equilibrio per tutelare il cittadino ed essere in grado di intervenire. La repressione e la sanzione sono strumenti altrettanto utili, ma resta più difficile cogliere il criminale rispetto all’incendio capitato per disattenzione”.
INCENDI DOLOSI E PIROMANI: I NUMERI. “Ad oggi, abbiamo individuato 69 incendiari che saranno condannati per aver appiccato in maniera dolosa o colposa degli incendi, vogliamo che questo sia un motivo di riscatto sociale”, ha spiegato Gallo. Dati confermati dal capo della Protezione Civile regionale Costarella, il quale ha parlato di un crollo del 52% dei roghi sul territorio calabrese, rispetto al 2022, ed ha analizzato cause ed effetti legati agli incendi, compreso il fattore del cambiamento climatico.
“Anche il clima ha influito. Il caldo – ha spiegato Costarella – è un fattore ma non è l’unico”.