Comunali a Vibo, Bevilacqua chiude la campagna elettorale

La piazza non è quella della destra di Almirante e neanche quella di Gianfranco Fini, rispettivamente piazza Garibaldi e piazza Municipio. E' una piazza molto più piccola, piazza Diaz, non è affollatissima, ma c'è gente. C'è tanta gente. Ci sono tanti giovani, tante donne e ci sono tanti che hanno concorso a riempirle quelle piazze di Almirante e Fini. Insomma, c'era tutta la destra vibonese per la chiusura della campagna elettorale per le elezioni comunali di Vibo. C'era la passione vecchia e nuova che è sempre la stessa: quella della coerenza, quella della lealtà, quella dello spirito di servizio. Si dirà: ma qualcuno è andato da qualche altra parte in queste comunali. Forse qualcuno sì, ma con questa destra e con questa passione politica e civile forse ha poco in comune. Il palco è sobrio, una sola bandiera: quella con la fiamma tricolore di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. Una coerente continuità anche la bandiera. Sul palco nessun candidato al consiglio comunale, nessun presentatore, nessuno speaker, solo il capitano di questa squadra che non rinnega i cinque anni di amministrazione D'Agostino, che apprezza la discontinuità con il passato delle lobby e dei burocrati, che volenti o nolenti ha fatto spirare forte il vento della novità su una città dove tutti parlano di cultura, ma purtroppo soltanto ne parlano. Non si rinnega, ma si guarda avanti come la politica intelligente e concreta deve fare. Franco Bevilacqua, solo sul palco che, partendo dall'esistente anche con le sue carenze, indica la città che vuole costruire: quella del Pennello, non più quartiere solo abusivo, ma rivalutato in un contesto a forte vocazione turistica, quella che proietta le frazioni in una dimensione di partecipazione alle scelte e non di quasi isolamento, quella che individua nei palazzi della città, anche attraverso la loro storicità e bellezza i momenti di riscatto ed elevazione: palazzo ex Bruzzano, destinato a palazzo delle associazioni, palazzo Diaz destinato ad area museale, il Valentianum destinato con rinnovato auditorium a luogo di confronto e con appositi locali a centro di lotta antiracket, e poi il palazzo più bello, palazzo Gagliardi, destinato ai grandi eventi da sviluppare tutto l'anno e non solo nel periodo di Natale. Quindi, la rete solidale, il coinvolgimento di chi può in favore di chi è in difficoltà, l'associazionismo sociale, la Chiesa, il tutto accompagnato da una quotidianità di servizi che funzionano, di interventi mediati: la raccolta dei rifiuti, il traffico, i parcheggi, il verde pubblico. Non sono mancati gli applausi, forti quando Bevilacqua, pur con la consueta ritrosia nel parlare di se stesso ha ricordato gli anni in consiglio comunale, palestra per quelli al Senato della Repubblica, e le risorse recuperate per la città: da quelle per il teatro a quelle per il Parco Urbano, da quelle per il parco archeologico a quelle per i mercati, ai tanti altri. Diciotto anni in Parlamento per scelta dei vibonesi, ricambiati da impegno, svolto sempre con le mani pulite. Al termine, sulle note, di Vibo Vale del cantante vibonese Silvano Russo, gli abbracci, segno di apprezzamento per la coerenza politica e morale, e momento di condivisione di un progetto che avrà consensi, ma che è realizzato, come tutta la vita politica di Franco Bevilacqua alla cittadinanza.