Vibo, il Prc: “Unico modo per affermarsi come uomini e lavoratori è avere forza di alimentare conflitto”

"In particolare nell'ultimo biennio, la crisi economico-finanziaria ha colpito molto duramente la regione Calabria ed ancor più l'intera provincia vibonese, la cui economia era già fragile di per sé. Dati allarmanti, al limite di una condizione sociale a dir poco esplosiva, illustrano una regione ed una provincia che non solo faticano nella ripresa ma che aggravano maggiormente la condizione dei cittadini già prossimi alla soglia preoccupante della povertà". Lo afferma la Federazione provinciale del Partito di Rifondazione Comunista di Vibo che aggiunge: "L'intero circuito produttivo è ormai al collasso e niente e nessuno sembra trovare la giusta intuizione per ridare dignità e speranza a migliaia di famiglie e giovani senza lavoro. In questi giorni, differenti vertenze hanno trovato la forza di unirsi in unica lotta in difesa del lavoro e del salario. Lavoratori della Provincia, dell'Italcementi, della Gam, dell'Infoconctat, della Saipem, della mobilità in deroga, gli ex articolo 7, i pescatori di Nicotera - ai quali va tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza - hanno trovato la forza di unire le loro voci in un unico grido, in una lotta di riscatto ed emancipazione nella difesa del diritto al lavoro. Un urlo rivolto soprattutto al mondo della politica, che in questi anni soprattutto sembra sempre più guardare il mondo dallo spioncino, che non comprende la reale domanda ed i reali bisogni del paese e che pensa di risolvere il problema occupazionale attraverso annunci demagogici, tagli allo stato sociale e liberalizzazioni economiche tutte rivolte a favore del padrone, l'unico che ancora conserva il diritto di arricchirsi a discapito dei lavoratori. Noi – conclude il Prc - continuiamo a credere che l'unico modo per affermarsi come uomini e lavoratori sia quello di avere la forza di alimentare il conflitto, l'eterno conflitto tra capitale e lavoro, come unica via possibile in un ottica tutta diversa: proporre un piano per creare lavoro e per la riconversione ecologica e solidale dell'economia, con un nuovo intervento pubblico, anche attraverso la riduzione dell'orario e soprattutto per la redistribuzione della ricchezza, per rimettere in moto il circuito produttivo della nostra regione e della nostra provincia sulla base del monitoraggio dei bisogni, delle vocazioni dei territori, dell'identificazione delle priorità di intervento".