Bruno Censore (PD) esprime solidarietà e vicinanza agli ex operai dell’Italcementi

"Dinanzi l'esasperazione di tanti lavoratori costretti a vivere in un clima di precarietà e a guardare il loro futuro e quello delle rispettive famiglie con profonda preoccupazione, non posso astenermi dall'esprimere la mia piena vicinanza e solidarietà, sia politica che umana".

E' quanto afferma il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, commentando quanto sta succedendo a Vibo Marina, dove cinque ex operai dell'Italcementi si sono arrampicati su uno dei silos dello stabilimento minacciando di gettarsi nel vuoto.

"Sono convinto - prosegue Bruno Censore - che la crisi economica, sociale ed occupazione non derivi unicamente da fattori di contesto nazionale e internazionale, ma anche dall'inadeguatezza politica regionale che spesso, soprattutto nel recentissimo passato, ha costituito un grosso ostacolo per un'inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale. Mi spiego meglio: lo scorso anno, convinti della necessità di andare oltre i negoziati circoscritti e limitatamente territoriali, eravamo riusciti a far assumere alla vicenda i crismi di una vera e propria vertenza nazionale, spostando, così, il tavolo della discussione da Vibo a Roma con il pieno coinvolgimento del Governo. Grazie all'interessamento del Ministero dello Sviluppo economico, era stato avviato un percorso che aveva portato Nomisma, una delle più importanti società italiane che operano nel campo della ricerca economica e sociale, ad elaborare uno studio di fattibilità diretto a verificare una riconversione produttiva del sito Italcementi di Vibo Valentia e ad avviare un'azione di scouting al fine di individuare nuovi investitori. Dopo un attento studio del territorio vibonese – prosegue il Parlamentare del PD - Nomisma aveva individuato alcuni possibili percorsi da seguire, tenendo conto anche della formazione dei lavoratori e della possibilità d'impiego in settori diversi da quello del cemento. Tra gli scenari possibili di riconversione del sito, Nomisma aveva individuato la produzione di combustibili solidi secondari a valle della raccolta e del trattamento della differenziata, la produzione di energia elettrica e di calore con biomasse e la realizzazione di un centro per la raccolta del rottame di vetro. Ipotesi di riconversione che sono scemate dinanzi al deciso no dell'allora governatore Scopelliti e di qualche stravagante congettura avanzata da chi, presumibilmente, aveva l'unico scopo di conquistare un misero trafiletto di giornale sulla stampa locale. Oggi – conclude Bruno Censore - le conseguenze ricadono sui lavoratori, sulle loro famiglie e su un territorio che rischia di rimanere sempre più marginale nello scenario produttivo del Paese".