‘Ndrangheta, il pentito Polito: “Se lo Stato non mi ascolta ritratto tutte le accuse del processo ‘Black Money’”

vibovalentia tribunale"Mi sento abbandonato e tradito dalle istituzioni che non hanno sinora rispettato gli impegni presi quando ho iniziato a collaborare". Così il collaboratore di giustizia originario di Tropea, Eugenio William Polito, 32 anni, in passato titolare
di un autosalone a Vibo, che ha lasciato la località protetta per far rientro in Calabria. Un contributo mensile di 900 euro ridotto a 500, una sicurezza personale non garantita dal Servizio centrale di protezione, una sistemazione in un alloggio fatiscente ed in un immobile abitato da pregiudicati dediti allo spaccio di stupefacenti. Queste le motivazioni alla base della decisione assunta da parte di Polito, precisate durante una conferenza stampa indetta stamane a Vibo. Il pentito, assistito dall'avvocato Giovanna Fronte, ha poi dichiarato di essere pronto in caso di mancato ascolto da parte del Ministero dell'Interno a ritrattare tutte le accuse nel processo contro il clan Mancuso nato dall'operazione antimafia "Black money" in corso dinanzi al Tribunale di Vibo. Il 32enne collabora con la giustizia dal 2009 e le sue dichiarazioni sono confluite anche nelle inchieste antimafia "Peter Pan" contro il clan La Rosa di Tropea e "Ragno" contro il clan Soriano di Filandari. L'8 aprile 2013, Polito è stato arrestato in una località del Nord Italia, dove si trovava sottoposto al programma di protezione, con l'accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in quanto avrebbe costretto, secondo l'accusa, la fidanzata e la sua precedente ragazza a prostituirsi.