‘Ndrangheta, 15 condanne e 7 assoluzioni per il clan Mancuso

toghe newSessant'anni di pena complessivi sono gli anni inflitti dal gup di Catanzaro, Maria Rosaria di Girolamo, contro il clan Mancuso di Limbadi (VV). 15 gli imputati condannanti nel processo con rito abbreviato, per 7 persone,invece, l'assoluzione. Il pm Marisa Manzini aveva chiesto condanne per complessivi 121 anni. Le assoluzioni
"eccellenti" interessano: Antonio Maccarone (genero del boss Pantaleone Mancuso cl. '47) per il quale il pm aveva chiesto 5 anni e 6 mesi; l'imprenditore vibonese Domenico De Lorenzo (5 anni la richiesta); l'imprenditore edile Antonio Mamone (5 anni la richiesta); l'imprenditore Bruno Marano (5 anni la richiesta); il latitante Nunzio Manuel Callà (5 anni la richiesta); Gabriele Bombai (5 anni la richiesta) che è stato
scarcerato; Salvatore Accorinti (5 anni la richiesta). Queste le condanne: 8 anni e 7 mesi per Giovanni D'Aloi; 6 anni e 6 mesi Giuseppe Costantino; 5 anni e 6 mesi Fabio Costantino; 5 anni e 6 mesi Giuseppe Raguseo; 5 anni e 6 mesi Antonio Cuturello; 5 anni e 4 mesi Mario De Rito; 4 anni e 10 mesi Antonio Pantano; 5 anni e 5 mesi Francesco Tavella; 1 anno Antonio Campisi; 2 anni il commercialista di Catanzaro, Ercole Palasciano; 1 anno Giuseppe Ierace, anche lui commercialista di Catanzaro; 1 anno e 6 mesi Francesco L'Abbate, avvocato di Reggio Calabria, 2 anni e 10 mesi Domenico Musarella, di Campo Calabro (Rc).

Il gup distrettuale di Catanzaro, con il dispositivo di sentenza del processo in abbreviato contro il clan Mancuso, nato dalla riunione delle inchieste "Black money", "Purgatorio"ed "Overseas", scattate nel marzo del 2013 con il coordinamento dell'allora procuratore distrettuale di Catanzaro Giuseppe Borrelli, ha disposto il dissequestro del ristorante "La Pineta" in località Monte Poro (VV) e del villaggio "Costa degli dei" di Ricadi (VV) di proprietà di Antonio Maccarone, uscito assolto dal processo. Dissequestrati pure i beni dell'imprenditore vibonese Domenico De Lorenzo. Per tali beni il pm Marisa Manzini aveva chiesto la confisca. Bisognerà ora aspettare 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. Intanto, davanti al Tribunale di Vibo, si sta celebrando un altro processo nato dalle medesime inchieste per associazione mafiosa, riciclaggio, usura ed estorsione.