Una anteprima della quindicesima edizione della Coppa della Pace, davvero ricca di spunti, emozioni e pubblico, quella di ieri sera sulle terrazze del Castello Murat di Pizzo. L'associazione SbarbaGianni che organizza questo appuntamento, che è un torneo di beachvolley, ma anche molto altro, in collaborazione con il "Comitato undici giugno", ha voluto affidare a Peppino Lavorato e Mimmo Lucano il dibattito sul tema della legalità, valore di questa edizione, nella sua sfaccettatura di giustizia sociale. Come ha spiegato in apertura, dopo l'inno della Coppa cantato dal vivo dal suo autore, il giovane cantautore pizzitano Francesco Di Iorgi, da Claudio Marrella, uno degli ideatori della manifestazione «quella Pace che abbiamo scelto di inserire nel nome della nostra Coppa ci carica di responsabilità, tra tutti quella di provare a ragionare e confrontarci su dei temi attuali che vado al di là del solo sport. Quando 15 anni fa siamo partiti, facendo diventare il bandierone della pace il nostro simbolo, ad ogni colore abbiamo associato un valore, e di anno in anno li decliniamo. Ma Coppa della Pace vuol dire anche che siamo schierati a favore di una idea di legalità e di giustizia sociale che sia dalla parte degli ultimi e non potevamo affidarci ad ospiti più importanti nel panorama calabrese di Mimmo e Peppino per parlarne». A moderare anche Silvio Primerano, referente culturale dell'associazione culturale, che ha introdotto i due ospiti con la lettura di una parte di un monologo di Ascanio Celestini sul confine e il discrimine tra legalità e giustizia. Mimmo Lucano ha ripercorso un po' la sua avventura di sindaco, che «ho imparato a fare il sindaco facendolo. Sono stato un illegale come sindaco e rifarei tutto quello che ho fatto perché io sono dalla parte degli ultimi e la mia idea di giustizia sociale che diffida delle alte istituzioni e pensa ai cittadini e a chi è in difficoltà. E poi questa parola "legalità", era legale il Terzo Reich Hitler, erano legale, i regimi dittatoriali dell'America Latina, è legale il decreto sicurezza ed il sicurezza bis. La mia verità è che non esiste legalità se non c'è uguaglianza e giustizia sociale ed il modello che noi avevamo messo su dava fastidio perché diceva che non c'è emergenza sociale né pericolo accogliendo chi ha bisogno». Peppino Lavorato ha invece ricordato come le battaglie che un tempo erano considerate illegali, come gli scioperi per la terra, hanno poi contribuito a varare leggi che promuovessero la giustizia sociale come quella dell'espropriazione dei beni ai mafiosi o la riforma agraria. Tantissimi infine gli interventi del pubblico, con domande anche complesse sul tema della serata che va detto, però, non è stata una contrapposizione tra legalità e giustizia ma anzi un auspicio affinché le due cose possano e debbano viaggiare insieme per costruire un presente migliore.
La parte sportiva della manifestazione invece verrà inaugurata domani alle 17:30 al lido "La Murena" ed andrà avanti fino a domenica prossima con il torneo maschile femminile e misto 2x2.
--banner--