Vibo, “L’associazionismo può diventare coprotagonista di una città più ideale?”

Può l'Associazionismo di Vibo Valentia concorrere con le istituzioni e tutto quanto rappresenta un sicuro coinvolgimento delle forze attive ed emergenti odierne pensare ad "un ruolo ideale dei cittadini nella società contemporanea ?"

A giudicare dalle indicative conclusioni emerse dal sostenuto dibattito, svoltosi alla Biblioteca Comunale di via Jan Palach, sul tema : "C'è' un ruolo ideale dei cittadini nella società contemporanea", coordinato da Giuseppe Sarlo, il risultato non può non considerarsi che positivo se è vero che pone il suo finale contenuto all'attenzione di chi ha il più responsabile dovere di tenere presente che l'Associazionismo vibonese ha tutte le carte in regola per avere il diritto a diventare coprotagonista della progettualità locale.

L'idea di capire se esistono le condizioni per superare le passerelle di rito e mirare a qualcosa di concreto sui bisogni della società vibonese, nelle sue articolazioni più disparate, è di una delle Associazioni più in fermento sul territorio di Vibo Valentia e dintorni: "il Convegno Maria Cristina di Savoia" che prendendo spunto dal tema generale dell'anno affrontato da tutti i club nazionali, grazie alla notevole capacità ed esperienza della sua presidente Franca Garoffolo Cantafio, è riuscita a trasferire sul più ideale terreno locale ciò che si è discusso sul piano globale, conseguendo gli esiti sperati: il gradimento del pubblico.

Un notevole merito spetta a Franca Garoffolo Cantafio, presidente dell'Associazione, che attraverso questo evento è riuscita ad interpretare più concretamente il filone nazionale del tema centrale trasferendolo, con l'aiuto degli altri e con estrema efficacia sulla società vibonese, mettendo in piedi un evento che ha finito col suscitare la più viva considerazione da parte della folta platea presente.

In sostanza negli interventi di relatori e platea si è riusciti a discutere con buona capacità i termini di un tema che poi è stata felicemente concluso dall'autorevole e applauditissimo mons. Filippo Ramondino, assistente ecclesiastico dell'Associazione.

Tutto, infatti, ha finito col ruotare su come occorre prodigarsi per favorire un nuovo ed ideale ruolo dei cittadini che quotidianamente affrontano problematiche di tutti i tipi a cui quasi sempre non vengono corrisposte adeguate risposte.

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Ecco perché la politica, l'amministrazione della cosa pubblica, l'occupazione, la cultura, la sanità, l'ambiente, i comportamenti e le mancate risposte alla sempre più fitta domanda di aiuto dei soggetti più disagiati, il modo di fare comunicazione, sono stati alcuni dei momenti essenziali colti dai tre relatori ufficiali nelle loro rispettive esposizioni.

Pino Mazza ex dirigente scolastico ed esponente autorevole del volontariato avanzato calabrese, Gaetano Currà direttore dell'ufficio comunicazione della diocesi e Carla Piro, avvocato del foro di Vibo Valentia, sono riusciti a catturare con grande garbo ed intelligenza l'attenzione del pubblico presente, offrendo spunti di notevole portata socio culturale.

In apertura è' stato chiesto il contributo dei presenti e questo non è venuto meno se è vero che nelle considerazioni degli intervenuti, e tra questi, Rosellina Nardo presidente di Radici, Teresa Blandino, ex amministratrice comunale, Claudia Sarlo capogruppo di Forza Italia al Comune, Michele Napolitano, Presidente della cooperativa " La Goccia" e del giornalista Domenico Mobilio, ex capo servizi de "Il Quotidiano del sud" , è venuta fuori la concretezza dell'analisi svolta sul tema oggetto di attenzione e l'ambizione presentata in quella sorta di appello che è stato lanciato, al termine, alle istituzioni nel suo complesso e che appunto vuole che anche l'Associazionismo diventi coprotagonista delle scelte per il migliore percorso di vita di una città che non è più quella degli anni 70 di cui resta uno splendido ricordo della Vibo che ogni giorno ci sforziamo di volere sempre meglio e che purtroppo non viviamo.