“Black Money”, la Camera Penale insorge contro Riferimenti: “Populismo giustizialista, a cosa servirebbe celebrare i processi?”

Toghe500La Camera Penale di Vibo Valentia "F. Casuscelli" ritiene di dover intervenire sulla campagna di stampa, che per molti versi ha profili denigratori, realizzatasi all'indomani della sentenza del processo Black Money.

Il riferimento è ad alcune affermazioni apparse sui social a firma dell'ex parlamentare Angela Napoli nonché da parte del Presidente dell'associazione "Riferimenti" Adriana Musella, giudicate "gravissime" a cui si sono aggiunte nelle ultime ore quelle provenienti dall'associazione "A. Caponnetto" e di un testimone di giustizia ascoltato nello stesso processo.

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"Tali dichiarazioni, oltre che sulla rete, hanno ricevuto ampia risonanza, dove si vorrebbe far passare un messaggio distorto e cioè che la sentenza abbia acclarato la inesistenza tout court del clan Mancuso, quando in realtà la stessa ha accertato la mancata partecipazione di determinati soggetti al medesimo clan. Tutto ciò è ben lungi dalla interpretazione mediatica secondo la quale la sentenza avrebbe certificato la inesistenza del Clan Mancuso, già oggetto, invece, di accertamento nel procedimento Dinasty. La sentenza ha consacrato la infondatezza del fatto associativo così come contestato, nulla di più. Riteniamo gravi (anche perché provenienti da personaggi "pubblici") i riferimenti a contesti massonici e mafiosi nonché quelli all'operato dei Giudici che sarebbe addirittura meritevole di un intervento disciplinare del Ministro. A questo punto ci domandiamo a cosa serva celebrare i processi se quindi la sentenza avrebbe dovuto riconoscere a tutti i costi la partecipazione di alcuni soggetti imputati al clan Mancuso, pena l'arrivo degli ispettori del ministero. Le informazioni della sig.ra Musella appaiono improvvide e lontane dagli atti del processo, atteso che già la sentenza dell'abbreviato aveva escluso la contestazione associativa per numerosi soggetti di rilievo dell'indagine, peraltro legati nel capo di imputazione ai soggetti oggi assolti nel giudizio ordinario. La sig.ra Musella avrebbe dovuto documentarsi in ordine alla sentenza del Giudizio abbreviato, da tempo definitiva, che l'Ufficio di Procura, per una scelta insindacabile, ha ritenuto di non impugnare. Parimenti singolare è il resoconto giornalistico apparso sulle cronache relativamente ad una "sorpresa" del collegio difensivo rispetto alle statuizioni della sentenza, posto che il dibattimento aveva evidenziato in modo inequivoco la notevole debolezza dell'indagine e che gli interventi difensivi a conclusione del processo avevano destrutturato la iniziale impostazione accusatoria. Auspichiamo che in futuro si recuperi maggiore serenità e che l'approccio alle questioni processuali parta da una conoscenza degli atti di causa e ciò per impedire la diffusione di messaggi erronei e comunque distorti. Questa Camera Penale continuerà a vigilare affinchè vengano sempre e comunque rispettate, da operatori e non, le regole del Giusto Processo (art. 111 Cost.) troppo spesso, come nel caso che ci occupa, sacrificate sull'altare di un populismo giustizialista che non trova asilo nel nostro sistema processuale penale. I processi si svolgono nei Tribunali e non certo sui social o sulla carta stampata e gli esisti stessi vanno sempre e comunque, da tutti, rispettati e, se non condivisi, impugnati nei superiori gradi di giurisdizione nei modi, forme e tempi imposti dal nostro sistema processuale penale" afferma il presidente Mario Bagnato.

Ecco cosa aveva dichiarato Adriana Musella: http://ildispaccio.it/vibo-valentia/136278-black-money-riferimenti-chiede-ispezione-ministeriale-al-tribunale-di-vibo-sentenza-assurda