di Benedetta Malara - La ragazza che sorride nella foto si chiamava Chiara. Aveva 17 anni, e la sera del 7 luglio scorso è stata investita da un'auto mentre usciva da casa sua, a Taurianova, nel reggino.
Chiara non ha fatto in tempo a spegnere la sua 18esima candelina, il 20 luglio, perché è morta ieri mattina.
Uno dei suoi desideri, da appena maggiorenne, sarebbe stato quello di firmare il modulo di consenso alla donazione degli organi, in caso le fosse successo qualcosa. Lei, che due anni fa aveva perso improvvisamente la madre ed era rimasta con il papà e i due fratellini, voleva fare qualcosa per gli altri.
La sua vita, piena di interessi e affetto da parte di famiglia e amici, non era completa senza che lei si dedicasse a qualcuno: amava cantare e ballare, ma soprattutto amava aiutare gli altri.
Suo padre, Michele, ha deciso di realizzare uno dei desideri di Chiara, e ieri ha firmato il modulo per la donazione degli organi. Chiara, questa notte, ha ridato la vita a sette persone.
Una storia forse come tante, in Italia. Ma non in Calabria. Qui, la sensibilizzazione alla donazione degli organi sta ancora cercando di fare grandi passi in avanti. Ieri, il gesto dietro cui sta la forza di un padre che ha perso una figlia, ha commosso e ispirato il personale degli Ospedali Riuniti, che per tre giorni sono stati a stretto contatto con la famiglia, mentre cercavano di salvare Chiara.
Oggi, per ricordarla, e per raccontare a tutti la sua storia, le hanno dedicato una lettera:
Ciao Chiara,
non ho avuto la fortuna di conoscerti, ma ti ho conosciuta attraverso le parole di tuo papà. So che sei sempre stata una ragazza solare, nonostante un dolore vissuto in un'età in cui non sarebbe giusto affrontarlo.
So che ti piaceva cantare e ballare, so che eri circondata dall'amore della tua famiglia, che dopo la scomparsa di tua madre è diventata la tua squadra, che eri circondata dall'amore dei tuoi amici, che in questi giorni, in tantissimi, sono venuti a trovarti in ospedale.
So che eri dedita agli altri, anche ai meno fortunati, quando qualche settimana fa con i bambini disabili hai partecipato alla recita di Pinocchio, impersonando una bellissima Fata Turchina. Tuo padre mi ha raccontato di quando hai cantato al matrimonio di tuo zio Cristian, incantando tutti coloro che si trovavano in chiesa.
Ma il destino ha voluto che questa tua generosità e questo tuo amore nei confronti degli altri si realizzasse troppo presto. Non essendo avvenuto il miracolo in cui tutti abbiamo sperato, ieri la tua generosità ha dato la vita ad altre sette persone. Volevi diventare donatrice una volta maggiorenne, così tuo papà ha esaudito la tua volontà, e ieri hai donato. Donare gli organi significa donare la vita, donare è il massimo gesto di solidarietà che una persona possa fare per gli altri, e tu, cara Chiara, agli altri hai donato te stessa, sempre.
Grazie papà Michele, la tua forza ci ha colpiti e commossi, grazie da parte di tutti i medici e gli infermieri del Centro di Rianimazione degli Ospedali Riuniti. Averti conosciuto in questo momento è stata per noi un'esperienza di vita positiva, anche se nel momento più drammatico della tua vita. Grazie anche da parte di coloro che già oggi avranno la vita attraverso la nostra Chiara, speriamo che questa forza e questo gesto siano di esempio per tanti altri che dovessero vivere questa esperienza.
Lilly Albanese, Coordinatore Trapianti Azienda Ospedaliera Reggio Calabria