Reggio, la città si riprende il Museo dello Strumento Musicale

museodellostrumentomusicale puliziaterdi Valeria Guarniera - "Senza la musica la vita sarebbe un errore", lo diceva Friedrich Nietzsche. Probabilmente è vero. E' attraverso la musica, infatti, che spesso mostriamo (e dimostriamo) i nostri sentimenti. E' un luogo ideale – la musica - in cui rifugiarci. Un valido aiuto quando mancano le parole, in grado di sostituirsi anche alla migliore compagnia. La culla dell'anima. Forte è la musica e ciò che rappresenta lo è ancora di più. Forse è per questo che, un vile attacco al suo Tempio, non può essere perdonato. Sono passati pochi giorni da quando, in una notte che ormai rappresenta la linea tra il prima e il dopo, un rogo doloso ha colpito al cuore il Museo dello Strumento di Reggio Calabria, distruggendo parte degli strumenti e dando un duro colpo alla memoria: in cenere, infatti, anche trent'anni di foto, video, immagini, con tutto l'archivio storico e la biblioteca.

Ma il Museo non è morto, non ci sono funerali da celebrare, piuttosto feste ed eventi da organizzare per sanare quella ferita che, profonda e dolorosa, ancora brucia.

museodellostrumentomusicale puliziabisUn pomeriggio gioioso, trascorso tra risate e musica, animato dalla voglia di riprendersi uno spazio che, qualcuno, ha tentato di distruggere. E allora maniche rimboccate, tutti chini a ripulire quegli strumenti che – sotto la cenere e le macchie causate da quel fumo nero che ha sporcato tutto – hanno subìto il più vile tra i gesti. "Sono queste le armi che dobbiamo usare – ha detto Demetrio Spagna, fondatore del Museo – l'apertura e la speranza. Questo nero che adesso ci avvolge, che sporca le pareti e rende questo luogo scuro, presto diventerà luce". Ed effettivamente, man mano che la pulizia degli strumenti procedeva, grazie ai tanti che hanno scelto di passare la domenica pomeriggio "sporcandosi le mani", quella struttura acquisiva una nuova luce. Una giornata che ha voluto rappresentare un ponte tra quel prima e dopo e che ha voluto dare un senso di continuità all'importante lavoro svolto dal Museo in questi anni. Dal 1996, anno in cui Demetrio Spagna prese in affitto dalle Ferrovie quella ex stazione per trasformarla in un tempio della musica, tante attività hanno animato quegli spazi e importanti progetti dedicati agli alunni delle scuole, hanno contribuito a diffondere la cultura della musica. La strada è già segnata, bisogna andare avanti. "Il nostro desiderio più grande, al momento, è avere la certezza di poter rimanere in questa struttura – ha detto Pasquale Mauro, Direttore del Museo – e lo chiederemo a gran voce alle Istituzioni, attraverso una raccolta firme. La presenza e vicinanza istituzionale non è mancata – ha spiegato – siamo stati invitati dal Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Talarico, per discutere della situazione. L'unico ente che si è dimostrato assente – ha sottolineato – è stato il Comune. Probabilmente i Commissari – ha aggiunto, provando a trovare una giustificazione – non essendo di questa città, non hanno avvertito il colpo così come lo abbiamo avvertito noi. La solidarietà, a prescindere dalle istituzioni, si sta facendo sentire: siamo stati contattati dal Musée de la Musique di Parigi, dal Museum Geelvink Hinlopen Huis di Amsterdam, dall'American Musical Instrument Society. La città della Scienza di Napoli ci ha mostrato la sua vicinanza. Il mondo intero ci abbraccia – ha concluso orgoglioso".

museodellostrumentomusicale puliziaMa a riempire di gioia soprattutto la vicinanza della cittadinanza che, mossa da un senso di protezione, si è stretta attorno a quel Museo che forse, in un momento delicato come quello che la città vive, rappresenta la voglia di esserci e partecipare. "Questa furia cieca – ha spiegato una signora, distratta per un attimo dalla pulizia del "suo" strumento – non può fare altro che aumentare la voglia di dire "no, io difendo la mia città". Pulire questi strumenti è commovente – ha continuato – sembra di comporre musica: una musica nuova". Una bella atmosfera di collaborazione, resa ancor più allegra e festosa dalla presenza delle bande di Archi e di Mosorrofa. Occorre la vicinanza di tutti, perché questa città ha bisogno di essere vissuta veramente. Bisogna riappropriarsi dei luoghi, delle radici, della propria cultura. Non servono gesti eclatanti per dimostrare da che parte si intende stare, l'importante è esserci: l'appuntamento è per sabato 16 novembre "Il Museo Risuona. Risuona il Museo". Ci si incontrerà alle 16:00 a Piazza Italia. "L'invito è rivolto a tutte le persone perbene – si legge sul volantino – tutti per strada con uno strumento musicale, anche mal suonato, percorriamo le strade della nostra città. Tutti insieme in corteo, fino ad arrivare al MuStruMu".