Reggio, 19 arresti sulle cosche Caridi, Borghetto e Zindato

carabinieriauto2I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma e di Reggio Calabria che, dopo due anni d'indagini, stanno dando esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio su richiesta della Direzione distrettuale antimafia a carico di persone ritenute appartenenti alla 'ndrangheta, nella cosca Caridi-Borghetto-Zindato operante nella zona sud della città di Reggio Calabria.

Il gruppo criminale la faceva da padrone nei quartieri di Ciccarello, Rione Modena e San Giorgio Extra di Reggio Calabria. Il provvedimento cautelare è frutto degli accertamenti degli investigatori ed ha interessato i vertici e i "picciotti" della cosca, accusati dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso; traffico di droga; concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da fuoco, aggravati dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso.

Chi era fuori avrebbe aiutato chi stava carcere. Il crimine per garantire spese legali e di sopravvivenza della cosca. È questo anche una caratteristica del quadro accusatorio che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare per 19 persone a Reggio Calabria. In un comunicato i carabinieri spiegano che è stato accertato il ruolo centrale di una donna madre di due soggetti al vertice dell'organizzazione e che sono detenuti: un vero e proprio punto di riferimento per il clan.

L'inchiesta, denonimata "Cripto", è stata avviata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, dopo la scomparsa di Marco Puntorieri avvenuta nel settembre 2011. L'uomo, ritenuto vicino al gruppo 'ndranghetistico "Caridi-Borghetto-Zindato", era stato condotto in un luogo di campagna isolato e quindi ucciso da Domenico Ventura con l'aiuto di Natale Cuzzola e Domenico Condemi. Tutti organici alla stessa cosca, e già condannati, per gli stessi fatti alla pena dell'ergastolo.