RC, Comune ignora sentenza Tar: sfratto per Fouzia e la sua bimba autistica

agape conf1703di Valeria Guarniera - Una vicenda che è emblematica della situazione di estremo disagio che sta colpendo le fasce più deboli della città. E' la storia di Fouzia Bouzlaf e della sua odissea per vedersi riconosciuto il diritto alla casa. Fouzia è una donna marocchina, laureata in Giurisprudenza nel suo paese, arrivata in Italia, come ha spiegato lei stessa, "in cerca di una speranza per Shaima". Shaima è sua figlia, ha dieci anni ed è affetta da autismo. Sua sorella ne ha tredici, è un po' più grande e fisicamente sta bene. Ma paga anche lei il prezzo dell'interminabile odissea che questo piccolo nucleo familiare – gravato da mille disagi non solo di tipo economico - sta vivendo. Una lunga trafila giudiziaria, fatta di richieste di alloggi, di diritti negati (in base ad una presunta carenza di alloggi particolare legge regionale) di sentenze e ricorsi che rimbalzano tra Comune, Regione, Tar e Consiglio di Stato. E di uno sfratto esecutivo per cui, inesorabilmente, Fouzia e le sue figlie dovranno lasciare la casa in cui vivono entro il 25 marzo. Questa mattina, presso la sede del centro comunitario Agape l'avvocato Francesco Nucara (Associazione Nazionale Diritti Cittadinanza) ha spiegato la situazione e soprattutto ha illustrato quella che rappresenta da un lato una novità positiva, dall'altro l'ennesimo, triste paradosso di questa città. "La questione è semplice – ha spiegato l'avvocato Nucara – dopo una lunga trafila giudiziaria, che ci ha visti in prima fila per veder riconosciuto ciò che spetta di diritto, il Tar (chiamato nuovamente ad intervenire) ha sanzionato l'amministrazione comunale disponendo un alloggio alla famiglia Bouzlaf deve essere dato. L'amministrazione comunale – e qui il paradosso - invece di dare esecuzione alla sentenza, ha espresso l'intenzione di farvi ricorso". Ricorso che, come ha sottolineato l'avvocato Nucara, verrebbe a costare tra i sei mila e gli otto mila euro: "Non sarebbe il caso di usare questi soldi – ha continuato Nucara - in un altro modo?" Precisa ed articolata, la sentenza del Tar non lascia dubbi: "Il Tribunale – si legge – rileva che eventuali carenze nella programmazione e nell'organizzazione del Comune, tenuto a soddisfare i bisogni assistenziali della popolazione legittimamente residente nel relativo territorio, non possono opporsi agli aventi titolo all'assegnazione in deroga. Se infatti – ancora nella sentenza – da un lato ci si trova al cospetto di un esercizio discrezionale del potere, dall'altro tale potere risulta in ogni caso connesso ad un obbligo generale di provvedere ad un adeguato sostegno sociale delle famiglie in maggiore difficoltà da parte dell'ente locale". Pochi giri di parole, dunque: in una situazione di documentato bisogno il Comune ha sempre l'obbligo di provvedere positivamente. "Sono sconcertato di fronte all'intenzione del Comune di far ricorso al Tar – ha detto Mario Nasone, Presidente dell'Agape – e mi viene da fare una riflessione: quante situazioni di questo tipo si verificano ogni giorno? Quanti diritti negati? Ci sono tantissime situazioni drammatiche – ha spiegato – che potrebbero sfociare in gesti disperati. Se ancora qui non si sono verificati fatti che avrebbero attirato (tristemente) l'attenzione a livello nazionale è perché qui c'è e funziona la rete del volontariato. Ma non possiamo arrivare lontano se c'è chi gioca a fare lo sgambetto". Tanti gli aspetti che riguardano la storia di Fouzia che rivelano una prospettiva ben più ampia, che và oltre il caso singolo, richiamando l'urgenza ad una maggiore attenzione e ad una più profonda riflessione. Innanzitutto sulla questione degli alloggi popolari e sulle modalità di assegnazione. A dirlo è il Tar nella sua sentenza: "l'Amministrazione non ha fornito alcuna dimostrazione in ordine all'attuale non disponibilità di alloggi per emergenze abitative". Inoltre, come ha spiegato l'avvocato Nucara, il Comune di Reggio Calabria, non ha ancora risposto alla richiesta di accesso agli atti: "gli ultimi dati consegnati – fa sapere l'avvocato – riferiscono di una verifica di una settantina di alloggi rispetto ad un totale di oltre novecento destinati a situazioni di emergenza". E proprio dell'assegnazione agli appartamenti – in qualità di rappresentante della rete di Libera – ha parlato Giusy Nuri: "A Reggio c'è un forte disagio abitativo – ha spiegato – Libera ha deciso di sposare questa causa: intendiamo vigilare sull'assegnazione degli alloggi, perché tutto sia fatto in maniera trasparente e legale"

Presente anche Luciano Squillaci, portavoce del Forum del Terzo Settore. Un'analisi lucida per una situazione che risulta paradossale: "Per quanto riguarda Fouzia – ha detto – sono fiducioso e sono sicuro che risolveremo. I diritti minimi di cittadinanza vanno garantiti comunque, a prescindere. Mi auguro che il ricorso al Tar sia solo un momento di follia di un dirigente. C'è da chiedersi se in questa città insieme ad una sospensione della democrazia ci sia anche una sospensione dei diritti. E non è un problema di risorse – ha sottolineato – i bilanci sono uno strumento politico, prima che tecnico: si fanno delle scelte a monte, economiche e organizzative. Si decide quale strada prendere". Amare e piene di rabbia le sue parole in una riflessione che non lascia scampo: "L'alba e il tramonto hanno qualcosa di simile – ha continuato – allungano le ombre, creano confusione, illusioni ottiche. Mi piacerebbe pensare che la notte di Reggio stia per finire – ha detto - ma se di fronte ad una situazione di povertà e di bisogno la risposta è un ricorso al Consiglio di Stato significa che, forse, quello che stiamo vivendo è ancora il tramonto. E che la notte deve ancora venire. Reggio come Sparta: anche qui i più deboli vengono buttati giù dalla rupe"