Voto di scambio politico-mafioso: Santi Zappalà condannato a 4 anni e 3 mesi

Zappala Santi500di Angela Panzera - Quattro anni e tre mesi di carcere. È questa la condanna inferta pochi minuti fa dal gup Adriana Trapani a Santi Zapalà, l'ex consigliere regionale ritenuto responsabile all'esito del primo grado, svoltosi con rito abbreviato, di aver pagato pacchetti di voti ai clan per ottenere l'elezione in seno a Palazzo Campanella nella tornata elettorale del 2010. Cinque anni invece, sono stati inflitti a Vincenzo Pesce e Domenico Arena mentre ammonta a 4 anni la condanna rimediata da Giuseppe Mesiani Mazzacuva e Antonio Pelle, classe 1986. il 17 marzo scorso il pm antimafia Francesco Tedesco aveva invocato sei anni di reclusione ciascuno per tutti gli imputati alla sbarra. Alla luce di quanto deciso dal gup regge l'impianto della Dda. Zappalà si candidò con il "Popolo delle libertà" e ottenne un importante successo nell'urna. Le successive indagini, svolte anche dal pm antimafia Antonio De Bernardo e dal sostituto Giovanni Musarò (adesso in forza alla Procura di Roma, ndr) portarono a scoprire come lo stesso si fosse recato a casa del boss Giuseppe Pelle per chiedere il sostegno elettorale. Dapprima nei confronti di Zappalà fu mossa l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per poi essere derubricata in corruzione elettorale. Per queste condotte scattò l'operazione "Reale" che costarono all'ex sindaco di Bagnara la condanna a 2 anni e 8 mesi di detenzione all'esito dell'appello bis, recentemente annullata con rinvio, limitatamente all'aggravante mafiosa, dalla Corte di Cassazione che ha rispedito indietro gli atti per tutti gli imputati alla sbarra.

"È di tutta evidenza che il candidato Zappalà invocando l'appoggio elettorale del boss, in cambio di precise promesse, non intende acquisire il voto di un singolo soggetto, ma mira chiaramente a ottenere una "straordinaria" affermazione elettorale (...) ossia a "conquistare" la zona ionica che il Pelle gli conferma essere sotto il suo controllo, inserendosi la sua condotta in un contesto illecito le cui radici affondano nel clima di intimidazione che è l'effetto della pervasività della cosca nel suo tessuto sociale». Sono queste le parole durissime scritte nelle motivazioni della sentenza emessa il sei luglio scorso dai giudici di Piazza Castello. Secondo l'ultimo filone d'inchiesta, Zappalà invece, avrebbe promesso, in cambio di voti, una somma di 400 mila euro. Nel particolare, parte di tale somma, circa 100 mila euro, sarebbe stata versata alla cosca Pelle "Gambazza" tramite l'emissione di dieci assegni circolari dell'importo di 10 mila euro ciascuno, mentre gli altri 300 mila euro sarebbero stati versati per un importo di 200 mila euro alla cosca Pesce di Rosarno (con referenti Vincenzo Pesce e Domenico Arena), per un importo di 100 mila euro alla cosca Strangio di San Luca (con referente Francesco Strangio e con l'intermediazione dell'ex sindaco Sebastiano Giorgi). Com'è emerso nell'indagine, ci fu un incontro il 12 marzo 2010 ad Arangea, zona Sud di Reggio Calabria, al quale presero parte, oltre Mesiani Mazzacuva, anche Zappalà e gli esponenti della famiglia Pelle.Sarebbe stato Mesiani Mazzacuva a negoziare direttamente con l'ex consigliere regionale il pacchetto dei voti con la cosca di San Luca. Situazione diversa, invece, per quanto concerne lo scambio con la cosca Pesce. Qui ad entrare in scena è anche l'ex sindaco di San Luca. Secondo l'accusa Vincenzo Pesce e Domenico Arena sarebbero stati i referenti del clan di Rosarno, mentre Francesco Strangio avrebbe rivestito il ruolo di referente dell'omonimo clan di San Luca. L'ex sindaco Sebastiano Strangio sarebbe invece stato l'intermediario "anche in ragione del suolo ruolo politico", scriveva la Dda nell'avviso di conclusione indagine. Sebastiano Giorgi però ha scelto di essere giudicato attraverso il dibattimento e al termine dell'udienza preliminare, celebrata qualche settimana fa, è stato rinviato a giudizio insieme a Francesco Strangio, Giuseppe e Sebastiano Pelle. Per loro il processo è in corso dinnanzi al Tribunale di Locri. I legali di Santi Zappalà,

Domenico e Andrea Alvaro hanno già annunciato che non appena il gup depositerà le motivazioni, appelleranno la sentenza: "Attendiamo le motivazioni ma confidiamo nell'impugnazione. Per noi rimane un processo assolutorio. Comunque apprezziamo che il GUP non abbia accolto la richiesta di pena formulata in termini molto severi dalla Pubblica Accusa ed abbia invece modulato la pena quasi sui minimi edittali. Reale 6 rimane un processo indiziario che meriterà una grande impugnazione. Il nostro sistema processuale prevede apposta due gradi di merito, che sono ancora più importanti ed indispensabili proprio nei processi indiziari come questo" hanno detto gli avvocati Alvaro.

Il gup inoltre oggi ha disposto il pagamento di una provvisionale, di 10 mila euro, in favore del comune di San Luca e dell'associazione "Antimafie e Antiracket- Paolo Borsellino onlus" che si sono costituiti parte civili nel processo.

 

Per approfondire: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/102916-voto-di-scambio-politico-mafioso-chiesti-6-anni-per-santi-zappala