Corruzione in atti giudiziari: confermate in Appello condanne a Matacena e Passanisi

matacena amedeodi Claudio Cordova - La Corte d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Rosalia Gaeta, ha confermato quasi tutte le condanne del procedimento "Mozart", ribadendo soprattutto quelle nei confronti dei principali soggetti alla sbarra, l'ex deputato Amedeo Matacena, e l'ex presidente del Tar reggino, Luigi Passanisi.

La Corte ha rigettato la richiesta del sostituto procuratore generale Alberto Cianfarini, che alla fine del 2014 aveva chiesto di fare tabula rasa sulla sentenza di primo grado del procedimento "Mozart",

Tre anni e sei mesi quindi per l'ex presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi, mentre quattro anni per Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia, pregiudicato per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente al centro delle vicende che vedono imputato l'ex ministro Claudio Scajola, accusato di aver tentato di spostarlo da Dubai al Libano dopo la sentenza della Cassazione in uno stralcio del procedimento "Olimpia".

Secondo l'accusa di primo grado, infatti, l'ex presidente Luigi Passanisi, nell'autunno del 2005, avrebbe accettato la promessa di ricevere duecentomila euro allo scopo di favorire l'ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena (e il suo gruppo) nei ricorsi contro il provvedimento con il quale l'Ufficio Marittimo di Villa San Giovanni aveva rigettato alcune richieste della "Amadeus S.p.A.", la società, di proprietà di Matacena, colosso nel settore del trasporto marittimo.

Confermati tre anni e 6 mesi di reclusione per Martino Politi e Cesare Giglio, ritenuti rispettivamente il factotum di Matacena e l'uomo che, secondo lo schema accusatorio, sarebbe stato l'anello di congiunzione che avrebbe permesso al gruppo Matacena di instaurare un rapporto corruttivo con il giudice Passanisi.

Ridotta a un anno e 4 mesi di reclusione la pena per la moglie di Passanisi, Graziella Barbagallo, per estinzione di alcuni reati finiti in prescrizione. Prescrizione scattata anche per Gabriella Fedele e Giovanni Tedesco, che in primo grado erano stati condannati ad otto mesi di reclusione per favoreggiamento.

Unico assolto Giuseppe Pratticò (difeso dall'avvocato Aldo Labate) ai tempi Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione della "Amadeus S.p.A.

Un'indagine, quella denominata "Mozart", che avrebbe scoperto un gruppo di personaggi piuttosto in vista: in un procedimento separato, infatti, era stato coinvolto il Colonnello della Guardia di Finanza, Agatino Sarrafiore.