Reggio, Comune nei guai: tribunale rigetta sospensione decreto ingiuntivo Leonia

reggio palazzosangiorgio150416di Claudio Cordova - La stangata. Il Tribunale di Catanzaro – Sezione specializzata in materia d'impresa – ha rigettato l'istanza di sospensione della provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo avanzata dal Comune di Reggio Calabria dopo l'azione promossa dalla Leonia, società mista di Palazzo San Giorgio attiva – negli scorsi anni – nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Restano, quindi, pignorati circa 14 milioni dei 35 vantati – tramite decreto ingiuntivo – dall'azienda.

Un'azione promossa dai commissari liquidatori dell'azienda, dismessa dopo lo scandalo e l'inchiesta antimafia, che documentarono le presunte infiltrazioni della cosca Fontana tramite l'allora direttore operativo, Bruno De Caria, attualmente imputato per 'ndrangheta.

Il Comune, quindi, perde la prima partita di quella che – qualora fossimo nel campo penale – potrebbe essere definita la "fase cautelare" del procedimento. Da Palazzo San Giorgio, infatti, era arrivata la richiesta di sospensione dell'esecutività del decreto ingiuntivo: in queste settimane, infatti, l'azione di Leonia non ha portato a un'erogazione delle somme, ma a un "congelamento" dei denari presso il Tesoriere del Comune. Il giudice Ermanna Grossi ha quindi accolto la sospensione della provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo "solo" per 6 milioni di euro.

Per oltre 14 milioni, invece, viene confermato il "congelamento" delle somme, a meno che tali cifre non riguardino somme vincolate "ritenuto – è scritto nel provvedimento - che allo stato non sussista un'evidente fondatezza dei motivi di opposizione, anche in considerazione del fatto che il Comune di Reggio Calabria non ha fornito la prova dell'avvenuto pagamento delle fatture per l'importo di € 3.860.306,28 e che i motivi di contestazione delle altre fatture, così come le argomentazioni poste a sostegno della domanda riconvenzionale, debbano essere accertati".

Il giudice, inoltre, ha "ritenuto di dover stigmatizzare l'eccessiva lunghezza dell'atto introduttivo e della comparsa di risposta (il primo composto di 41 pagine, peraltro redatte con carattere sicuramente inferiore al corpo 12, e la seconda addirittura di 82), non solo perché in contrasto con il dovere di sintesi degli atti depositati in via telematica [omissis] ma anche perché non giova alla chiarezza degli atti stessi e "concorre ad allontanare l'obiettivo di un processo celere, che esige da parte di tutti atti sintetici", per come affermato da cass. n. 11199/2012, obiettivo particolarmente avvertito nei giudizi che si svolgono davanti alle sezioni specializzate in materia di impresa)".

Una stangata per Palazzo San Giorgio. L'Amministrazione Comunale di Giuseppe Falcomatà ha insistito nel "muro contro muro" verso l'azienda, che vanta crediti accumulati negli anni del "Modello Reggio", con Giuseppe Scopelliti sindaco, e poi col facente funzioni Giuseppe Raffa e col sindaco dello scioglimento, Demetrio Arena.

Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 6 ottobre, quando verrà discusso il merito della questione. Allo stato appare invece impossibile una transazione conveniente per Palazzo San Giorgio: sarebbe infatti folle per l'azienda accettare un accordo che scenda sotto i 14 milioni di euro più interessi maturati.

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