Narcotraffico tramite il porto di Gioia Tauro: oltre 200 anni sul gruppo Brandimarte

GioiaTauro Portodi Claudio Cordova - Il Gup di Reggio Calabria ha inflitto condanne durissime nei confronti delle persone coinvolte nell'inchiesta "Puerto liberado", che metterà sotto la lente d'ingrandimento un traffico di droga con epicentro il porto di Gioia Tauro. Il Gup, all'esito del procedimento celebrato con rito abbreviato, ha quindi avvalorato l'impianto accusatorio portato avanti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Luca Miceli, comminando oltre due secoli di carcere sul gruppo capeggiato dalla famiglia Brandimarte. Nel dettaglio, 20 anni di carcere (il massimo della pena prevista in abbreviato) sono stati inflitti ad Alfonso Brandimarte e a Giuseppe Brandimarte, 16 anni e 30mila euro di multa ad Antonio Calabrò, 14 anni e 30mila euro di multa a Vinicio Cambrea, 14 anni ad Antonio Campanella, 12 anni a Vincenzo Caratozzolo, 16 anni e 30mila euro di multa a Vincenzo Crisafi, 10 anni ad Antonio Femia, 10 anni e 30mila euro di multa a Rocco Gagliostro, 10 anni a Giuseppe Galluccio, 10 anni a Davide Gentile, 12 anni e 30mila euro di multa a Mario Ietto 12 anni e 30mila euro di multa, 6 anni e 30mila euro di multa a Francesco Nirta, 8 anni e 30mila euro di multa a Gianpietro Sgambetterra, 12 anni e 30mila euro di multa a Francesco Siviglia, 10 anni ad Antonio Giovanni Staiti, 4 anni a Vincenzo Trimarchi, già condannato a 16 anni dopo l'arresto avvenuto in flagranza di reato. Unico assolto, Giuseppe Condello, ma era stato lo stesso pm Miceli a chiedere al Gup l'assoluzione.

L'inchiesta e il successivo processo metteranno al centro delle investigazioni il gruppo rappresentato dalla famiglia Brandimarte, considerato dagli inquirenti un avamposto delle più note cosche della 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. E proprio il porto sarebbe stato il crocevia di ingenti traffici di droga anche con il Sud America. Indagini iniziate nel 2011 e durate alcuni anni per far luce su una vera e propria società di servizi del narcotraffico. Importava grossi quantitativi di cocaina dal Sud America e li immetteva in tutta Europa l'organizzazione criminale scoperta dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria che ha fermato 13 persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti nell'ambito dell'operazione denominata "Puerto liberado". Nel corso delle indagini sono state sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina purissima che, sul mercato, avrebbero fruttato circa 800 milioni di euro. Dalle indagini sarebbe emersa una vera e propria "squadra" di dipendenti portuali, operanti all'interno del porto di Gioia Tauro, in grado di garantire il passaggio dei carichi di cocaina eludendo i controlli di polizia.