Siderno (RC), la Consulta Giovanile manifesta contro la violenza sulle donne

Nella Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la Consulta Giovanile di Siderno, all'ingresso del Comune, ha voluto rendere omaggio al progetto "Scarpe Rosse" promosso per la prima volta nel 2009 dall'artista messicana Elina Chauvet, che voleva con questo denunciare per la prima volta il drammatico fenomeno del "femminicidio", diffuso in maniera impressionante nella città di frontiera di Juárez.

Le scarpe rosse, da sempre simbolo di una femminilità gioiosa, che ciascuna donna ha voluto, vorrebbe, vuole esprimere liberamente e senza costrizioni (la danza incontrollata delle scarpette nella favola di Andersen) e che invece sempre più spesso e senza ritegno si sceglie di cancellare, sono diventate il simbolo di una protesta contro una vera e propria mattanza.

Oggi la marcia silenziosa delle scarpe rosse è diventata un simbolo di protesta e di informazione in tutto il mondo. Dopo la mostra di Elina Chauvet, che ha portato nelle piazze di Milano, Genova, Lecce e Torino un'installazione dedicata alle vittime di Ciudad Juárez, altre piazze italiane hanno fatto da palcoscenico alla sfilata simbolica di scarpe rosse, che non è solo mostra, ma anche raccolta, posa e denuncia del suo significato più crudo.

Nella nostra regione, dove l'indice di femminicidio è tra i più elevati d'Italia, la Consulta Giovanile riteneva necessario lanciare un altro forte messaggio.

"Ogni due giorni e mezzo - ha dunque dichiarato - una donna viene uccisa, quasi sempre da qualcuno che dichiara di amarla. Un dato agghiacciante, che sconfessa la presunzione della nostra cultura caratterizzata da un forte umanesimo. Ad essere uccise sono le nostre madri, figlie, sorelle, amiche, vicine, conoscenti; con la carnagione bianca gialla, rossa, nera; di religione cattolica, protestante, musulmana, buddista, oppure atee; donne sposate, nubili, fidanzate; donne giovani e meno giovani. Donne! Ciascuna con la propria storia di violenza e di morte. Hanno pagato il prezzo più alto che si poteva richiedere per avere difeso la libertà di essere individuo, di poter dire anche un no. No a un ricatto affettivo, no a una convivenza sbagliata, no a un sesso imposto. Ora basta!"