Aeroporto dello Stretto, Cuzzocrea (Confindustria): “Chizzoniti recuperi il suo animus pugnandi”

"Leggiamo con interesse l'intervento dell'avvocato Aurelio Chizzoniti, che, non essendo un quisque de populo ma una personalità competente nel campo del trasporto aereo, ha fornito il suo contributo nel dibattito quanto mai attuale sul "Tito Minniti". La sua presa di posizione è arrivata ex abrupto e, more solito, si è fatta apprezzare per la sottile intelligenza, l'ironia e le proposte che tuttavia siamo certi siano state avanzate ioci causa". Lo afferma il presidente di Confindustria di Reggio Calabria Andrea Cuzzocrea che aggiunge: "Restiamo infatti dell'avviso che il boicottaggio di Alitalia, da noi proposto nei giorni scorsi, sia tutt'altro che una battuta di spirito. Innanzitutto, ci dispiace che Chizzoniti abbia smarrito il suo tradizionale animus pugnandi, al punto da sostenere che Alitalia non può essere boicottata perché detiene l'80% del traffico passeggeri: quella compagnia opera di fatto in regime di monopolio ed è per questo che i reggini sono costretti a sborsare centinaia e centinaia di euro per un biglietto per Roma o Milano! Semmai, proprio questa distorsione del mercato ha generato la sclerosi dell'aeroporto dello Stretto conducendolo a un passo dal rigor mortis e proprio questa situazione va modificata al più presto.

In secondo luogo, rispetto all'epoca in cui Chizzoniti era assessore regionale ai Trasporti, osserviamo che molto è cambiato. Omnia tempus habent: Alitalia non è più la nostra compagnia di bandiera ma un'azienda privata che esercita un servizio pubblico, dunque ha lo stesso identico diritto di volare a Reggio di Ryanair, di Easyjet o della Cuzzoniti Airlines, che magari potremmo costituire in joint venture con lo stesso ex presidente del consiglio comunale. E' appena il caso di ricordare che oggi i vettori low cost hanno conquistato una fetta del mercato interno che ha superato quella di Alitalia.

Terza riflessione. Ci sembra che esistano in Italia aeroporti che hanno solo guadagnato dall'abbandono dell'azienda della Magliana. Basti pensare a Bergamo Orio al Serio che oggi, senza l'ex compagnia di bandiera, totalizza quasi 9 milioni di passeggeri all'anno. E ancora, perché non prendere ad esempio, mettendo da parte un po' della spocchia reggina, il piccolo e desolato aeroporto di Comiso a cui, grazie alla presenza di un vettore low cost, sono bastati pochi trimestri per avvicinarsi ai dati di traffico di Reggio?

In questo quadro, restiamo in attesa della due diligence (ma questo è inglese) concordata nei mesi scorsi assieme alla Provincia di Reggio e ai vertici della Sogas perché è quello l'unico strumento in grado di dirci se l'azienda, rebus sic stantibus, può essere ragionevolmente privatizzata o meno. Anche perché è più facile ipotizzare una centralizzazione delle risorse destinate agli aeroporti a livello regionale, che non una società unica di gestione dai profili giuridici che destano perplessità.

Da ultimo, ci diciamo pienamente disponibili ad unirci ad azioni eclatanti a tutela dell'aeroporto sulla falsariga di quelle attuate in passato da Chizzoniti che, ne siamo certi, in ragione dell'amore che nutre nei confronti del "Tito Minniti", si unirà a noi. Ci permettiamo – conclude Cuzzocrea – solo di ipotizzare l'occupazione di uno scalo diverso da quello di Reggio perché in fondo, in quel modo, arrecheremmo solo un ulteriore disagio ai nostri passeggeri. Che finirebbero con l'essere curnuti e bastuniati. Ma questo non è latino".