Rosarno (RC), saccheggiata la villa dei Bellocco

Bellocco VillaUn vero e proprio atto di "cannibalismo". Saccheggiata la villa rosarnese dei Bellocco. Nel maggio scorso, così come è riportato questa mattina da il quotidiano "Il Garantista", il Tribunale misure di Prevenzione di Reggio Calabria, su richiesta del pm Sara Amerio e del procuratore aggiunto Gaetano Paci, aveva sequestrato l'immobile, di oltre 800 metri quadri e del valore stimato di oltre 3 milioni di euro. Per la Procura della Stretto il bene era riconducibile al capocosca Michele Bellocco, condannato a oltre 17 anni di carcere all'esito del processo abbreviato scaturito dalle inchieste "Tramonto-Blu call" coordinate dal pm antimafia Giovanni Musarò, oggi in forza alla Procura di Roma.

Durante l'esecuzione del provvedimento di sequestro però, gli agenti della Polizia di Stato hanno rinvenuto il bene completamente devastato. Ignoti infatti, hanno rubato ogni cosa e soprattutto hanno distrutto porte, finestre, muri e tutte le piante dell'immenso giardino che circondava la villa. C'è anche un particolare inquietante; qualcuno ha posizionato un Rosario nei pressi della grande scala che impegnava tutta la parte centrale dell'ingresso della villa. Così come avvenuto in occasione della processione della Madonna ad Oppido Mamertina la scorsa estate, anche in questo caso la 'ndrangheta usa e profana nuovamente i simboli religiosi. Su questo aspetto vige il massimo riserbo da parte della Procura reggina. Gli inquirenti hanno infatti, avviato un'indagine. Il provvedimento di sequestro della villa scaturisce dagli accertamenti patrimoniali condotti dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta "Medma" che ha colpito proprio la cosca dei Bellocco. Il 30 aprile scorso sono stati eseguiti, a Reggio Calabria e nelle province di Bergamo, Brescia e Mantova, a 11 provvedimenti di sequestro di beni emessi dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Direzione Distrettuale della locale Procura della Repubblica. Gli accertamenti sono derivati da una corposa attività investigativa di natura patrimoniale effettuata dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria. In particolare, l'attività investigativa aveva dimostrato la perdurante operatività della cosca Bellocco, sodalizio rosarnese inserito nell'organizzazione unitaria denominata 'ndrangheta, e il radicamento della stessa non solo sul territorio calabrese, ma anche in Emilia Romagna e in Lombardia, con collegamenti anche fuori dal territorio nazionale, precisamente in Svizzera. I provvedimenti hanno interessato diversi beni riconducibili, tra gli altri, a Michele Bellocco, classe '50, boss reggente dell'omonima cosca; Umberto Bellocco, classe '83, emergente rappresentante della consorteria mafiosa; Maria Angela Belloco e Emanuela Bellocco, "messaggere" delle disposizioni impartite dai membri detenuti della cosca; Vincenzo D'Agostino e Francesco D'Agostino, entrambi esponenti di spicco del menzionato clan; Francesco Mercuri e Carlo Antonio Longo, uomini di fiducia di Umberto Bellocco. Le indagini patrimoniali hanno portato al sequestro di 1 villa di pregio e 2 terreni, ubicati a Rosarno; 1 villa di pregio e 1 terreno, ubicati Monzambano (MN); 1 appartamento e 1 immobile adibito ad autorimessa, ubicati ad Albano Sant'Alessandro (BG); 2 imprese e i relativi patrimoni aziendali: "Omnia Calcestruzzi", con sede a Rosarno, attiva nel settore della produzione e lavorazione di materiale inerte, e "New Orchidea", con sede a Cologne (BS), operante nel campo della ristorazione; 2 beni mobili registrati (autovettura e motoveicolo) nonché svariati conti correnti e polizze assicurative. Per un valore di oltre 4 milioni di euro.