A Reggio Calabria sfila l'orgoglio gay contro ogni pregiudizio

gaypriderc2015 4di Lavinia Romeo - "L'evoluzione sociale non serve al popolo, se non è preceduta da un'evoluzione di pensiero" cantava Franco Battiato nel lontano 1982. E la crescita culturale di una società non può che misurarsi dall'uguaglianza dei diritti, dalla parità di trattamento dei suoi abitanti.

Nonostante la permanenza di qualche "zoccolo duro", sembra che il cammino verso questo tipo di progredire culturale, anche al sud, sia finalmente cominciato.

A Reggio Calabria, esattamente come lo scorso anno, il Gay Pride è stato accolto con entusiasmo dai cittadini, tanto che dichiararsi "gay friendly" su facebook, possa equipararsi, oramai, ad una delle tante mode virali che circolano sui social network.

gaypriderc2015 6Alle 18.00 sono già centinaia le persone che affollano una assolata e caldissima Piazza Italia, dal centro cittadino, il corteo che chiude festosamente l'Onda Pride 2015, si snoda lungo il Corso Garibaldi. A guidarlo è Lucio Dattola, presidente dell'Arcigay "I due Mari", insieme ad altri attivisti. "Pride è un grido d'orgoglio" urlano, mentre attirati dalla musica dei carri che trasportano le coloratissime Drag Queen, i gestori degli esercizi commerciali interrompono le loro attività per osservare e fotografare la festosa parata.

Una marcia di oltre un migliaio di persone "c'è più gente rispetto allo scorso anno – afferma Dattola– questo Pride porta i colori della vita in questa città, porta tutti quei colori che hanno un carattere e un'identità, ognuna diversa l'una dall'altra, ma che insieme formano l'arcobaleno della vita".

gaypriderc2015 3Tutta la comunità civile, cittadina e regionale, ha quindi sposato ed accolto le motivazioni profonde che esistono dietro questa manifestazione pacifica. Dattola ricorda, a questo proposito, il patrocinio gratuito al Pride da parte della Regione Calabria "la motivazione data dal Presidente Mario Oliverio – dice - ha colto nel segno il significato dell'iniziativa, interpretando il Pride come manifestazione culturale contro ogni forma di discriminazione e ogni forma di odio ed un evento che fa onore alla Calabria e porta questa regione dove mai è stata sui diritti civili".

Numerose le realtà associative che hanno voluto partecipare al Pride: "Perché ci deve essere contraddizione tra l'annuncio di un messaggio evangelico e la tua costruzione profonda- afferma un membro del gruppo dei Cristiani LGBT di Palermo- si tratta di costruzioni storiche e di pregiudizi introiettati nella cornice culturale nella quale è stata scritta la sacra scrittura, in questi due anni – prosegue -con il sinodo della chiesa Cattolica sui temi LGBT, che sono parte dei temi della famiglia, sta succedendo qualcosa che non era mai accaduto".

gaypriderc2015 2Presente anche la Sezione Calabria di Amnesty International: "E' una bellissima conferma rispetto all'anno scorso di diritti per tutti e questa manifestazione resta un evento molto importante per la città - dichiara Lorenzo Logoteta, membro del gruppo 292 della Sezione Calabria di Amnesty International - la nostra organizzazione è presente sul territorio calabrese ed a Reggio, da un anno, segue i diritti dei cittadini reggini e non".

gaypriderc2015 5Tra le personalità politiche, sfilano i più convinti sostenitori del Pride, come la consigliera provinciale di parità Daniela De Blasio, la consigliera regionale di Parità, Maria Stella Ciarletta ed il presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria Demetrio Delfino, nessuna traccia, invece, del primo cittadino Giuseppe Falcomatà.

L'esercito festoso ha poi attraversato il Lungomare per giungere all'Arena delle Stretto, dove l'onda del cambiamento si trasforma in un immenso flash mob al grido di "Lo stesso amore, gli stessi diritti".

gaypriderc2015Il sole è ormai calato all'orizzonte quando tutti i partecipanti si spostano al Lido Calajunco per la festa conclusiva. Ma gli organizzatori ricordano che la strada verso l'uguaglianza dei diritti, sia a livello normativo, che sociale, è ancora lunga da percorrere.

Il genere è una forma troppo semplicistica di categorizzazione sociale. Ed anche per quanto concerne l'orientamento sessuale, sono troppe le variabili culturali e genetiche da considerare, da rendere difficile qualsiasi tipo di categorizzazione.

Dunque, le uniche risposte possibili sono parità ed uguaglianza ed il diritto, per tutti, ad una piena cittadinanza in Italia.