Reggio, Calabrese (Upg-FpcCgil) si appella alla Regione: “Si cerchino soluzioni che sfruttino fondi sociali europei”

"Ad oggi non vediamo all'orizzonte nessuno spiraglio di luce per quanto riguarda il lavoro. Il 30 di Aprile scorso ufficialmente si siglava l'uscita dagli uffici giudiziari di tutta Italia dei Tirocinanti della Giustizia, proprio quando il bisogno di lavoro negli stessi uffici raggiunge i livelli massimi d'allarme e non agevola in nessun modo le disperate carenze sia di organico (9000 circa) che di efficienza di uffici sempre più oberati di lavoro come traspare ogni giorno dai media nazionali". Lo afferma Nino Calabrese coordinatore UPG-FPCGIL Reggio Calabria che aggiunge: "I 2650 lavoratori già mutilati dal mondo del lavoro e senza prospettive, se non quella di una misera vita di stenti, sono a casa con una gran voglia di rientrare negli uffici per lavorare e che da sempre in 5 anni li ha contraddistinti. Sono stati formati con pazienza nel tempo sotto i consigli e le dottrine dei carissimi dipendenti di ruolo. Hanno sostenuto le cancellerie percependo solo rimborsi spesa che nemmeno coprivano realmente le spese sostenute per recarsi ogni mattina sul posto di lavoro e l'hanno fatto prima con la Regione poi direttamente sotto la titolarità del Ministero che ha investito su di loro soldi pubblici di un certo rilievo economico. Il loro impegno è stato evidenziato più volte da tutto il comparto Giustizia fin anche dallo stesso Presidente di Cassazione Santacroce che li ha definiti "Preziosi". Per questo il coordinamento UPG (Unione Precari Giustizia) tiene sempre accesi i riflettori per eventuali evoluzioni della vertenza e cerca di continuo strade utili da intraprendere nel rispetto di tutti i lavoratori coinvolti in questa faccenda! Proprio in queste ore sta palesandosi un emendamento che dovrebbe farli rientrare negli uffici (Ufficio del processo) con delle borse lavoro che hanno un carattere ironico e non certo di sostegno alle famiglie si parla infatti di 400 euro mese ma la cosa più brutta è che in questo progetto governativo non possono rientrarci tutti i lavoratori e colleghi della l.228/12 infatti i fondi basterebbero per circa 1500 persone tra l'altro scelte tra i più giovani e titolati. Noi siamo convinti che dopo anni di "uguali" sacrifici non ci dovrebbero essere preferenze discriminanti e dovremmo invece essere "tutti" reinseriti negli organici futuri. In alternativa a questo, quindi, non vedendo altre aperture da parte del governo, come coordinamento UPG-FPCGIL, abbiamo deciso di allargare il nostro grido di aiuto anche alla Regione Calabria già molto informata della nostra realtà e cercare soluzioni che sfruttando i fondi sociali europei potrebbero in qualche modo garantire un potenziale percorso professionale e qualificante per tutti e non tenendo conto soltanto del precorso Ministeriale sopraccitato. Con questo stimolo abbiamo sviluppato e presentato qualche mese fa una mozione alla vecchia Giunta comunale che è stata accolta all'unisono da tutti e abbiamo già inoltrato un nostro progetto/programma "regionale" molto simile ad altri di altre Regioni in accordo presentati da altri colleghi UPG.

Confidiamo adesso alla messa in opera di tale progetto che garantirebbe respiro economico, per un certo periodo, alle famiglie calabresi coinvolte. A tal proposito la dott.ssa Federica Roccisano qualche tempo fa così scriveva in un giornale: "Nella nostra regione viviamo una situazione emergenziale dal punto di vista del lavoro. L'obiettivo deve essere quello di fare uscire tante persone da una situazione di 'precariato forzato' e dare una svolta, creare le condizioni per uno piano di sviluppo economico programmatico della Regione". Ecco che fiduciosi – conclude Calabrese – speriamo come coordinamento UPG-FPCGIL di poter far tesoro di queste affermazioni e poterle gridare forte credendo fermamente nella nuova forza calabrese che proprio in questi giorni sta nascendo sotto la guida del Presidente Oliverio".