Reggio, torna libero Dominique Suraci: revocati i domiciliari

suracidominiquevisoTorna in totale libertà Dominique Suraci. L'ex consigliere comunale di Reggio Calabria, imputato nel processo "Assenzio-Sistema", si è visto revocare dal Tribunale Collegiale di Reggio Calabria la misura degli arresti domiciliari, dove era stato posto dopo diversi mesi di custodia cautelare in carcere. L'annullamento della misura prende atto della decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il Tribunale ha quindi accolto l'istanza degli avvocati difensori di Suraci, Francesco Albanese e Andrea Alvaro. Una richiesta che si fondava su una recente pronuncia della Corte di Cassazione: Suraci, infatti, era tuttora in regime di custodia in relazione al delitto di concorso esterno in associazione mafiosa contestato per il quale il termine massimo di custodia relativamente alla fase dibattimentale è da individuarsi in un anno. I due penalisti hanno rilevato altresì come il delitto per il quale è stato emesso il titolo custodiale rientri fra quelli in cui è previsto un ulteriore aumento fino a sei mesi del termine di fase. Erroneamente, secondo gli avvocati Albanese e Alvaro, potrebbe affermarsi che nel caso di Suraci il termine massimo di custodia cautelare relativo alla fase dibattimentale andrebbe determinato nella misura di anni tre

Applicando al caso di specie i principi enucleati dalle Sezioni Unite con la sentenza in parola, nel caso di specie il termine massimo di fase va determinato nella misura massima di due anni dal decreto che dispone il giudizio: sicché, lo stesso termine deve intendersi decorso alla data del 29 luglio 2015.

Da qui, dunque, la decisione del Collegio di rimettere in libertà Dominique Suraci. Nel corso del procedimento, tuttavia, la posizione di Suraci si è ulteriormente aggravata: il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, contesta ora al politico-imprenditore il reato di associazione mafiosa e non più di concorrente esterno.

Suraci è attualmente imputato sia per le sue condotte da consigliere comunale, sia per i rapporti con la 'ndrangheta intrattenuti nell'ambito della sua attività da imprenditore attivo nella grande distribuzione. L'uomo, tuttavia, affronterà ora il giudizio da persona libera da alcun vincolo di custodia.