Reggio, l'esordio in aula del pentito De Rosa: "Pronosticavo guadagni immobiliari così le cosche stabilivano estorsioni"

pentito"Ormai avevo preso la strada della 'ndrangheta. Ero intraneo. Dopo l'arresto di Nino Caridi ho continuato. Mi sono avvicinato agli Zindato e quello che facevo per Nino l'ho continuato a fare per Checco. Ero l'immobiliarista dei clan. A settembre però ho deciso che volevo cambiare. L'unica strada giusta da percorrere era quella di iniziare a collaborare. Ho 34 anni e voglio rifarmi una vita trasparente. Credo nella giustizia". Con queste parole ieri Enrico De Rosa ha esordito ieri in aula di giustizia per la prima volta nella sua nuova veste di collaborare della Dda. È stato citato dai pm Stefano Musolino, Rosario Ferracane, e Teodoro Catananti, per deporre

Fa il suo esordio deponendo nel processo a carico di Antonino Pricoco, accusato di tentato omicidio. Finalmente in un aula di tribunale il nuovo collaboratore di giustizia Enrico De Rosa che – stando a quanto trapela – starebbe riversando un enorme patrimonio conoscitivo ai pm della Dda di Reggio Calabria, da quando, nel settembre 2014, deciderà di abbandonare i contesti di 'ndrangheta che avrebbe frequentato per anni: "Ormai avevo preso la strada della 'ndrangheta. Ero intraneo. Dopo l'arresto di Nino Caridi ho continuato. Mi sono avvicinato agli Zindato e quello che facevo per Nino l'ho continuato a fare per Checco. Ero l'immobiliarista dei clan. A settembre però ho deciso che volevo cambiare. L'unica strada giusta da percorrere era quella di iniziare a collaborare. Ho 34 anni e voglio rifarmi una vita trasparente. Credo nella giustizia".

De Rosa è stato citato dai pm Stefano Musolino, Rosario Ferracane e Teodoro Catananti e ha spiegato la genesi della sua collaborazione con l'autorità giudiziaria: "Volevo cambiare vita, voltare pagina e togliermi questo peso. Facevo su e giù dalla Spagna poi a settembre arrivai a Milano e ai Carabinieri chiesi di mettermi in contatto con i militari della stazione Rione-Modena di Reggio Calabria".

Così, dunque, De Rosa decide di abbandonare il ruolo di immobiliarista della 'ndrangheta, di anello di congiunzione tra le cosche e il mondo economico: "Entrai in contatto con Nino Caridi e diventai l'immobiliarista della cosca. Pronosticavo i guadagni quando gli imprenditori realizzavano immobili così poi si potevano stabilire le estorsioni". De Rosa racconta anche il suo ingresso nella spirale della cocaina, a causa della frequentazione con Checco Zindato, capo dell'omonima cosca di Modena-Ciccarello: "Tre anni di droga. Il mio fornitore era lui. Ogni giorno per anni andavo a casa sua. Anche con Mico Tatù (ossia Demetrio Sonsogno, recentemente condannato a oltre 17 anni per associazione mafiosa) stavo insieme dalla mattina alla sera. Frequentavo anche con Vincenzino Zappia che regge le fila della cosca De Stefano".

Ma il collaboratore di giustizia parla, ovviamente, anche del caso per cui è stato citato in aula, il procedimento a carico di Pricoco, 40enne reggino è finito in manette insieme un altro uomo ossia Gioele Carmelo Mangiola, in quanto accusato di aver tentato di uccidere i titolari del negozio , ubicato nella zona Sud della città, "Global frutta", Filippo Nocera e Francesco Barreca. I due il 10 marzo 2012, a bordo di una moto, avrebbero sparato 11 colpi di pistola contro i titolari, senza però colpirli. Le armi usate infatti si incepparono e i due commercianti rimasero illesi. Il tutto venne registrato dalle telecamere di videosorveglianza e i poliziotti non impiegheranno a risalire ai presunti autori del fatto anche se entrambi indossavano caschi integrali: Cci fu un'azione di fuoco. L'assalto lo fece Pricoco, ma non li voleva ammazzare. I fratelli Nucera gli dovevano dare dei soldi per alcuni motorini. Nino era creditore nei loro confronti. Lui insieme a Gioele Mangiola andò al magazzino, ma non voleva ucciderli. Dico questo perché Nino Pricoco era uno sveglio. Non è un cretino. Se voleva sparare per ucciderli, l'avrebbe fatto tranquillamente. Tutto questo me lo disse lui, ma anche Seby Nicolò, quest'ultimo lavorava in una paninoteca ubicata vicino alla pientina Zerbi. Nino Pricoco è stato l'esecutore materiale unitamente a tale Mangiola, che io conosco di vista".