Società partecipate, l'allarme di Reggio Futura: “Liquidazione danno alla città”

ConfReggioFutura30062015di Pasquale Cotroneo - "Inconsapevoli, incompetenti o figghiolazzi criminali". Franco Germanó, già Presidente Recasi, etichetta così l'Amministrazione Falcomatà accusandola di essere fumosa, sensazionalistica, ma tremendamente inconcludente. Tanto inconcludente da aver creato un percorso opaco, in cui non si riuscirebbe ad intravedere alcuna sostanza.

Malata di quella "annuncite" che il centrodestra tutto, Reggio Futura, e non solo, avrebbero provato a denunciare nei mesi passati.

Come confermato attraverso le parole di Oreste Romeo, storico rappresentante della destra Reggina e responsabile dei rapporti con gli organi di informazione.

Ma l'inizio è dedicato alla vicenda Burrone.

Una premessa "doverosa", così viene definita, dopo la pace con Maiolino.

"Sono per la massima libertà di espressione - dice l'avvocato Romeo - ma è grave che a 24 ore dell'episodio Maiolino non abbia avvertito il pudore di ridimensionare la cosa".

Questo perché le frasi del consigliere Burrone vengono intese come una offesa gravissima al ruolo di Consigliere, al Consiglio Comunale e all'intera città.

La stessa, che secondo Romeo, sarebbe stata ulteriormente oltraggiata dal Sindaco e dai capigruppo di maggioranza.

A chi chiede di uno spaccamento dentro Reggio Futura Romeo risponde: "Chi spacca, paga. Ed i cocci sono i suoi".

La preoccupazione di Reggio Futura è rivolta però, almeno nelle parole, alle società partecipate, al loro futuroed a quello dei lavoratori.

"Fino ad un mese fa - afferma Germanó si pensava ad una fusione tra ex Reges e ex Recasi e questa intenzione poteva trasparire anche dalle passate delibere dell'Amministrazione".

Poi l'inversione di tendenza.

"Un continuo zigzagare che conferma una condotta inconcludente da parte di questi presunti Amministratori - afferma Romeo - ecco perché noi di Reggio Futura oggi lanciamo l'allarme sulla situazione delle società partecipate, la cui messa in liquidazione provocherebbe un grosso danno alla città non solo in termini di perdita di posti di lavoro, ma anche per l'offerta di servizi che verrebbero meno".

Gli esponenti reggini della destra ricostruiscono i fatti partendo dal 27 aprile, giorno in cui viene tracciata la riorganizzazione dei servizi comunali.

Questa prevede la continuazione del rapporto con società Reges e Recasi fino alla creazione di una nuova società in cui le prime due vengano fuse.

"Ma il 19 giugno - continua Romeo - con annunci retorici il Sindaco ha puntato i fari in negativo sulle società e ha posto le basi affinché si proceda alla messa in liquidazione delle stesse, con la conseguente perdita dei posti di lavoro. Nonostante il 'mantra' della salvaguardia dei livelli lavorativi che Falcomatà ripete".

I contratti delle società scadranno infatti ad aprile e a ottobre e nessun segno sarebbe stato dato dalla maggioranza su una eventuale proroga del contratto di servizio, nonostante anche una sentenza del Consiglio di Stato lo permetterebbe.

Ieri l'Amministrazione, "il compito ingrato è stato lasciato al Vice Sindaco", ha inviato una lettera alle governance delle società per la convocazione della assemblea straordinaria per la messa in liquidazione.

"Abbiamo letto il provvedimento del 19 giugno - sostiene Alessandra Bordini (che è anche componente del Comitato per la ricostruzione del Centrodestra) - e possiamo dire che ci lascia perplessi anche dal punto di vista formale. Noi vogliamo innanzitutto salvaguardare questi posti di lavoro, ci chiediamo queste 150 famiglie, che hanno costruito qui una vita e i lavoratori che qui si sono formati per delle specifiche competenze, che fine faranno? In questo modo viene Preso e buttato dalla finestra un patrimonio del nostro Comune".

Un patrimonio costruito - per gli esponenti di Reggio Futura - negli anni passati, anni in cui - sostiene Franco Germanó - "abbiamo creato un modem di società efficiente che ci veniva invidiata".

Per l'ex Presidente Recasi gli atti della nuova Giunta Comunale sarebbero corrotti "da falso ideologico".

Le delibere del 27 aprile 2015 sarebbero in contraddizione con quella del 19 giugno.

"Nella delibera 47 del 27 aprile - spiega Germanó - vengono espressi apprezzamenti su Recasi e Reges e vengono descritte tutta una serie di punti di forza che potrebbero portare dei vantaggi per l'ente comunale, con la conseguente intenzione di voler tenere in vita le due partecipate".

"Il 19 giugno - continua - improvvisamente con la delibera 85, su relazione del Sindaco e del'Assessore alle finanze, si dice che è necessario, non potendo consentire la proroga dei contratti di servizio (falso perché sentenza del Consiglio di Stato dice il contrario) porre le basi per la messa in liquidazione e vengono espressi tutta una serie di giudizi negativi in netta contrapposizione con quanto affermato ad aprile".

Ma la gestione Falcomatà non terrebbe conto nemmeno delle modalità con cui deve essere approvata la messa in liquidazione in sede di assemblea straordinaria, luogo in cui servirebbe una maggioranza qualificata (ovvero dei 3/4) e quindi anche l'assenso del socio privato.

"Non puoi prendere a calci i tuoi soci e imporgli la messa in liquidazione - continua ancora - di sicuro si aprirà un contenzioso che potrebbe intaccare ulteriormente il patrimonio Comunale".

Recasi, secondo quanto nelle disponibilità degli esponenti di Reggio Futura, avrebbe inoltre avviato le procedure propedeutiche alla messa in liquidazione della società e avrebbe scritto alle altre società per richiederne la mobilità dei propri lavoratori. In caso di risposte negative verrebbe attivata la procedura di licenziamento.

"Faccio appello ai consiglieri perché si vigili su quelle che possono apparire come speculazioni sulla pelle dei cittadini, cambiali sottoscritte in campagna elettorale, per giochetti strani e misteriosi".

Per Germanó si potrebbe infatti tornare indietro alla manifestazione di interesse pubblicata a febbraio per la ricerca di soggetti privati a cui affidare la gestione dei servizi.

"Non vorrei che tra questi soggetti - attacca ancora - vi siano gli stessi che avrebbero interessi con Sogas, interessi nel settore dell'informatica medica e tanti altri ancora. La città deve aprire gli occhi e mi auguro che il procuratore Cafiero De Raho intervenga".

Da Reges e Recas ad Avr il concetto che Reggio Futura vuole far passare è quello di una mancata trasparenza, nonostante la propaganda messa in atto dall'Amministrazione.

"La Commissione Straordinaria - racconta ancora Germanó - fece la gara ed affidó il servizio di raccolta dei rifiuti in maniera temporanea (6 mesi) per un importo complessivo di 18 milioni. Oggi questo continua ad essere prorogato e intanto la città è sempre più sporca perché Avr non rispetta obbligo contrattuale di pulire almeno una volta a settimana".

Ed in futuro?

"Quello - risponde - è incerto ma il socio futuro non può che essere proprio Avr perché altrimenti, senza garanzie, non avrebbe assunto, proprio in questi giorni, 30 nuovi lavoratori. Vorrei che qualcuno verifichi gli assetti societari di Avr per verificare eventuali parentele, Perché ci sono strane omonimie".

Le critiche non risparmiano neppure l'Assessore Agata Quattrone, "i cui collegamenti personali con Microsoft sarebbero noti", rea, secondo Germanó di aver annunciato la creazione di una nuova piattaforma per la gestione urbanistica e ricordandole "che esiste già da quattro anni ma qualcuno evidentemente non la ha informata, la aveva creata Recasi".

Il sostegno all'azione politica di Reggio Futura viene supportato anche dal Consigliere Comunale di Forza Italia, Massimo Ripepi che ritiene fondamentale "difendere i lavoratori e i cittadini dalla inefficienza e dalla incapacità della nuova Amministrazione, forse addirittura dalla loro malafede. Noi siamo qui per fare politica missionaria, siamo qui per difendere la città e io ci sarò sempre per iniziative qualificate come queste".

"Voci di corridoio ci dicono - conclude il consigliere comunale di Reggio Futura, Antonino Matalone - di una possibile proroga del contratto fino al 31 marzo 2016, dopo una riunione di Giunta di cui non abbiamo nemmeno le delibere. Amministrazione dimostra ancora in questo modo che non ha una soluzione e che non vi è chiarezza sul futuro dei dipendenti. Siamo all'anno zero, chiediamo alla maggioranza risposte concrete".