Melito Porto Salvo: se il sindaco è un pregiudicato

melitoportosalvocomunedi Claudio Cordova - "Pregiudicato". Da vocabolario: persona che ha già riportato condanne penali. E' il caso del neosindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Salvatore Meduri, eletto primo cittadino con uno scarto di circa cento voti alle scorse Comunali, dopo i mesi di commissariamento antimafia nel centro dell'area grecanica. Meduri, infatti, è stato condannato a metà del 2009 in via definitiva per il reato di intestazione fittizia di beni. Reato non aggravato dalle modalità mafiose, anche se il contesto che emergerà dalle indagini vedrà tra le persone coinvolte diverse figure ritenute assai vicine alle cosche.

Del profilo del neosindaco Meduri, Il Dispaccio si è già occupato nelle scorse settimane, provocando una dura reazione da parte del primo cittadino, anche nel corso dell'insediamento del Consiglio Comunale. Rispetto a quella prima fase di inchiesta giornalistica, in cui emergevano le parentele "pesanti" di Meduri e il suo coinvolgimento in un'indagine di molti anni fa, il profilo del sindaco si arricchisce ulteriormente.

La vicenda è piuttosto nota a Reggio Calabria e ha per protagonisti i fratelli Antonino e Giovanni Guarnaccia, imprenditori ritenuti piuttosto vicini ai clan della 'ndrangheta. E anche la ditta in questione, la Cofor, porta un nome assai ricorrente nelle carte d'indagine. Ricorrente anche perché il sistema illecito di aggiudicazione degli appalti scoperto con le indagini avrebbe permesso alle persone coinvolte di vincere importanti lavori come quello del Progetto Integrato del mercato di Mortara, ma anche il secondo lotto della Facoltà di Architettura, e, ancora, la bonifica della pavimentazione del Cedir, dove sorgono tuttora gli uffici giudiziari.

Tutti fatti avvenuti attorno alla metà degli anni '90.

Meduri, dunque, avrebbe riportato una sentenza definitiva per il reato di 12 quinquies, che punisce l'intestazione fittizia di beni. Sostanzialmente, quindi, l'attuale sindaco melitese verrà accusato (e riconosciuto colpevole) di essere un prestanome dei Guarnaccia, ma anche di un altro soggetto, Sebastiano Nocera. I Guarnaccia, infatti, avevano necessità di schermarsi per eludere misure di prevenzione, essendo peraltro interdetti dalla possibilità di concludere contratti con la Pubblica Amministrazione. Nocera, invece, è un soggetto che in passato è stato anche coinvolto in indagini di 'ndrangheta, con la pesante accusa di omicidio.

La pronuncia della Cassazione è del 29 aprile 2009, allorquando verranno frustrate le argomentazioni difensive di tutti gli imputati. Meduri avrebbe riportato una condanna sia in primo che in secondo grado (giudizi di merito) a un anno e sei mesi di reclusione. La Cassazione ratificherà tutto, sostenendo che "la società CO.FOR. era stata costituita per eludere, attraverso la intestazione fittizia delle quote societarie a parenti, amici o comunque fiduciari, il divieto di partecipazione ad appalti pubblici che gravava sulle società ICEM, GIENNE, SANT'AGATA CALCESTRUZZI, in ragione del decreto di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale emesso in data 20 giugno 1994 dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dei fratelli Guarnaccia".

Una sentenza definitiva che non fa scattare nei confronti di Meduri la sospensione prevista dalla Legge Severino. I fatti, che però hanno il brutto vizio di essere ostinati, restano.