di Pasquale Cotroneo - L'emergenza umanitaria di questi giorni, e più in generale degli ultimi mesi, unita anche alla speculazione politica dell'accoglienza dei migranti, deve essere risolta attraverso un percorso unitario in cui azione governativa e azione civile si fondino per garantire la convivenza civile con tutte quelle persone che sbarcano sul nostro territorio, spesso, troppo spesso, scappando da guerra, fame e miseria.
E anche le università, centri didattici e culturali per eccellenza, possono contribuire in tal senso, in maniera decisiva, per trasformare emergenza in una vera e propriarisorsa.
Ne è convinto il Rettore della università per stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria, Salvatore Berlingò, che ha presentato, alla presenza, tra gli altri del Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, e dell'Assessore provinciale, Eduardo Lamberti Castronuovo, quelle che ritiene siano "azioni improcrastinabili", chiedendo a tutto il contesto degli atenei di fare sistema ed assumersi le proprie responsabilità.
"Questa drammatica ed incessante immigrazione che viviamo - sostiene il Rettore - rappresenta una grossa problematica, una vera emergenza. Come università dobbiamo programmare dei progetti culturali a medio e lungo termine, senza pensare solo a fronteggiare immediatezza".
Le università come "massa critica" dunque.
Perché a Reggio?
"Per la sua posizione baricentrica - spiega ancora Berlingò - nella prospettiva di fare della appendice più estrema dell'Europa un polo strategico di attrattività internazionale per i paesi mediterranei dell'Africa e del Medioriente".
Partendo dal rapporto dell'operato svolto dalla università "Dante Alighieri".
1400 iscritti ai Corsi di Laurea tra cui ci sono circa 400 stranieri, circa 10 mila quelli giunti in riva allo Stretto negli ultimi otto anni.
La "Dante Alighieri" inoltre è tra le prime nella classificaitaliana che hanno visto aumentare il loro numero di studenti.
Seguendo un duplice registro programmatico: fornire agli allievi stranieri gli strumenti per migliorare la loro competenza e compenetrazione nella lingua italiana, orientare la formazione degli studenti italiani nel senso di un atteggiamento aperto ed inclusivo agli stranieri,alle culture diverse da quella di appartenenza.
Una università "cantiere aperto" la definisce Berlingò.
Collaborando con prestigiose fondazioni ed istituzioni di ricerca.
Le proposte
Tra le proposte di collaborazione la necessità di realizzare un sistema integrato di servizi on line e in presenza per fruitori stranieri che desiderano entrare in rapporto col patrimonio culturale italiano.
L'obiettivo è l'integrazione è l'inserimento sociale degli interessati.
"Ma non possiamo farlo da soli. Non ne abbiamo la presunzione - afferma ancora Berlingò - ci serve aiuto di tutti".
Istituzioni culturali ma anche enti pubblici, e associazioni del Terzo Settore.
1 Corsi di lingua italiana e master di lingua e cultura italiana;
2 Mediazione linguistica e culturale;
3 Orientamento al territorio e animazione territoriale;
4 Immigrazione e Cittadinanza.
Linee che vogliono essere "integrate ed ampliare con lacollaborazione degli altri enti".
"Rivolgo appello poi alle altre entità - sostiene ancora - anche a livello finanziario, per fare fronte comune. Ci sono linee di intervento che possono essere sviluppate solo attraverso i Pon, alzando la voce tutti insieme possiamo essere ascoltati. Anche Reggio, come Torino, può diventare la città della cultura. Insieme facciamo pressione su tutte le Amministrazioni".
Tra le soluzioni prospettate da Berlingò una cabina di regia che la Regione dovrebbe adottare sul tema. "Anche in Consiglio Regionale si è parlato di un inserimento mirato degli stranieri sul territorio per rianimare, in alcuni caso, ripopolare i nostri borghi".
Come si fa a Riace, Badolato o Monasterace.
"L'augurio - conclude - è che questo appello non passi inosservato, con sinergia e con programmazione si può operare per lo sviluppo de territorio".
"Il Rettore - sostiene Giuseppe Raffa - lancia una provocazione che noi abbiamo sempre cercato di cogliere, tentando di sviluppare la cultura e la multiculturalità. Quella di cui tanto si riempiono la bocca senza poi fare nulla. Noi vogliamo che questa sia la città metropolitana della cultura".