Reggio, in appello pena ridotta per il boss Pasquale Libri nel processo "Terra bruciata"

libripasqualeDodici anni e otto mesi in appello per il boss Pasquale Libri. Una riduzione di pena rispetto ai diciotto anni di reclusione, come richiesto dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, inflitti in primo grado nell'ambito del procedimento "Terra Bruciata". La Corte d'Appello di Reggio Calabria ha riconosciuto la continuazione del reato tra la condanna rimediata da Libri nel processo "Testamento" e questa nuova contestazione. Anche dai domiciliari, dove si trova per motivi di salute, Pasquale Libri avrebbe continuato a tenere le redini della cosca, gestendo il racket delle estorsioni. Sebbene ristretto agli arresti domiciliari avrebbe retto le sorti della storica cosca di Cannavò, dopo la morte, avvenuta qualche anno fa, del carismatico fratello Domenico Libri, detto "don Mico". Pasquale Libri e suoi presunti picciotti (Claudio Bianchetti e Antonino Sinicropi) non avevano però fatto i conti con le indagini del sostituto procuratore di Reggio Calabria, Stefano Musolino, e dei Carabinieri. Non avevano neanche fatto i conti con la vittima delle tentate estorsioni, un imprenditore edile, Andrea Cutrupi, attivo da anni in città, che dopo diverse pressioni da parte della cosca deciderà infine di denunciare tutto ai militari dell'Arma.

E' l'operazione "Terra bruciata", con cui Libri, Bianchetti e Sinicropi verranno arrestati per tentata estorsione e associazione per delinquere di stampo mafioso. Un copione assai simile a quanto scoperto dall'ndagine "Cosmos", allorquando Libri, Bianchetti, Sinicropi e un altro soggetto, Edoardo Mangiola, saranno arrestati per le ingerenze nel cantiere del costruendo palazzo di giustizia.

Sarà proprio l'imprenditore Cutrupi a essere il principale accusatore di Libri in aula. Cutrupi ripercorrerà gli incontri avuti con i presunti emissari del clan Libri. Per tre volte con Bianchetti e una volta anche alla presenza di Sinicropi. Incontri (il primo nella primavera del 2012) in cui Bianchetti, portando i saluti di Pasquale Libri, avrebbe chiesto ben 50mila euro a titolo di "prestito" per le difficili condizioni economiche del boss. Cutrupi, dal canto suo, a simile richiesta, cercherà di prendere tempo, riferendo all'interlocutore che avrebbe fatto in modo di far giungere la sua risposta direttamente a Libri. La vicenda, però, si evolve alcuni mesi dopo, nel dicembre 2012, allorquando l'imprenditore riceverà nuovamente la visita di Bianchetti e il sollecito per il pagamento del denaro richiesto. Trascorsa all'incirca un'altra settimana dall'ultimo incontro, Bianchetti si sarebbe presentato nuovamente presso la società dell'imprenditore. In tale circostanza, avrebbe fatto la propria apparizione anche l'altro personaggio tratto in arresto dai Carabinieri, Antonino Sinicropi, detto "Antonello". In questo caso la nuova richiesta, molto più perentoria delle prime: diecimila euro entro Natale, neanche un centesimo in meno. Ad una settimana di distanza da quell'ultimo incontro, Bianchetti, da solo, si sarebbe presentato nuovamente presso la società dell'imprenditore con l'intento di ottenere la consegna della somma richiesta, cosa che tuttavia non accadeva: "Gli dissi che volevo essere lasciato in pace" dirà in aula l'imprenditore.

A questo punto, quindi, sarebbero iniziate le ripercussioni. A cominciare da un danneggiamento all'interno di un cantiere della società ad opera di due uomini nel gennaio 2013 che dopo aver tirato i cavi elettrici che alimentavano le attrezzature da lavoro, invitavano gli operai ad andar via, dicendo loro che la giornata lavorativa era terminata, ma di non preoccuparsi in quanto sarebbero ugualmente stati pagati. L'escalation delittuosa avrà un'ulteriore progressione a marzo, allorquando nella cassetta della posta della società verrà ritrovato un plico contenente una letterà anonima: "Leggi attentamente!ti invito a venirci a trovare urgentemente tu sai dove!ti comunico che non verrà più nessuno a cercarti!se qualcuno verrà non sarà una visita cortesia! Apri gli occhi e salutaci la famiglia!!!!!".

Da qui la decisione sofferta di denunciare tutto ai Carabinieri.

Libri dunque rimedia una nuova condanna in continuazione con il processo "Testamento". Senza dimenticare la condanna rimediata in primo grado nel procedimento "Meta".