Sanità, il consigliere regionale Nucera (La Sinistra): “Cardiochirurgia a Reggio deve aprire”

"La questione relativa alla Cardiochirurgia di Reggio Calabria è un problema la cui soluzione chiediamo da più tempo. Apprendiamo da un dettagliatissimo articolo di Paolo Pollichieni del Corriere della Calabria – a cui va il nostro ringraziamento per il suo lavoro che spesso si sostituisce ad una politica che fa finta di non ricordare – che il rettore dell'Università di Catanzaro Aldo Quattrone abbia posto veti all'apertura della Cardiochirurgia a Reggio Calabria, struttura realizzata, collaudata e messa in opera presso gli ospedali Riuniti di Reggio Calabria ma lasciata non fruibile, nonostante si paghi un canone milionario (41 milioni di euro)". Lo afferma il consigliere regionale de "La Sinistra" Giovanni Nucera. "Secondo Aldo Quattrone – aggiunge – Reggio Calabria non può fare la cardiochirurgia perché non ha cardiochirurghi, e non vi sono i requisiti essenziali per renderla operativa. Per quanto riguarda il primo aspetto non capisco perché se non ci sono i cardiochirurghi non si possano assumere per concorso e per il secondo aspetto – la mancanza dei requisiti essenziali – non trova supporto nei documenti del Ministero della Salute, che invece confermano che a Reggio la Cardiochirurgia può aprire i battenti nel breve tempo, essendo allocata in un ospedale dotato di Pronto soccorso e specialità deputate al trattamento di tutte le emergenze ed urgenze, e di posti letto di terapia intensiva dedicati esclusivamente all'unità operativa di Cardiochirurgia. Ricordo invece al Dottore Quattrone che il Ministero della Salute non riconosce invece – nel parere n. 46/2013 – la possibilità di svolgere "attività di emergenza" alla Cardiochirurgia del Policlinico Universitario di Catanzaro. Ma io non voglio entrare nella logica di localismi stupidi, io rivendico con forza il diritto dei cittadini di Reggio Calabria di avere tutte le cure necessarie per salvaguardare la loro salute. Poi, se anche le altre provincie le avranno ben venga. Chiariamo sin dalle prime battute che aprire la Cardiochirurgia è una responsabilità morale e politica, visto il dispendio di ingentissime risorse pubbliche segnalato dalla stessa Corte dei Conti. Ma non solo. È una responsabilità civile, perché la salute dei nostri cittadini non può passare nel tritacarne del mero interesse personale, dei localismi e delle forzature di vecchi e nuovi comparati. Sarebbe vergognoso e inaccettabile se qualcuno dei nostri concittadini dovesse subire danni irreparabili alla propria salute a causa di queste beghe utilitaristiche, di chi ha dimostrato nei fatti in questi anni di infischiarsene del bene dei calabresi.

Sappiamo benissimo che aprire una cardiochirurgia non è come attivare un normale reparto ospedaliero, tuttavia non è più possibile perdere del tempo prezioso: chiediamo tempi certi, documenti dettagliati e una programmazione precisa che non lasci nulla al caso, affinché anche Reggio Calabria, che è certamente all'altezza dell'investimento fatto, possa avere la sua cardiochirurgia pubblica, con una dotazione di venti posti letto. Chiediamo quindi a Santo Giuffrè e Frank Benedetto, i due commissari nominati da Mario Oliverio, rispettivamente commissari dell'ASP n.5 e dell'Azienda Ospedaliera "B.M.M." – prosegue il consigliere regionale – di attivare al più presto la cardiochirurgia chiarendo immediatamente questa situazione grottesca e paradossale. Non ci faremo intimorire e ricattare da atteggiamenti che vogliono solo continuare a foraggiare con soldi pubblici gli amici. Siamo stanchi di queste logiche e saremo vigili e attenti affinché la politica faccia il suo compito di salvaguardare i diritti dei cittadini invece di preoccuparsi di nomine. Lottiamo per cambiare la politica nel metodo e nel merito, rimettendo al centro le persone in carne ed ossa. Non faremo passi indietro. Chiediamo chiarezza e tempi brevi. Ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti a problemi così importanti che coinvolgono tante famiglie. La Salute non può essere oggetto di ricatto.

Pertanto, nel caso venissero meno le risposte che i calabresi aspettano – conclude Nucera – metteremo in atto tutte quelle iniziative politiche e giudiziarie che si rendessero necessarie per risolvere un problema diventato tale per incapacità della politica della nostra Regione di svolgere il suo compito".