Reggio, la Fidapa discute del ruolo della donna nelle organizzazioni mafiose

Dopo i saluti introduttivi della Presidente dott.ssa Irene Tripodi, che sottolinea l'importanza della tematica in discussione ed esprime il proprio compiacimento per la presenza di relatori tanto qualificati e competenti, il dottor Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore Cultura e Legalità della Provincia di Reggio Calabria, evidenzia il valore culturale del Convegno, inserito tra le manifestazioni degli Stati Generali della Cultura, puntualizzando altresì il ruolo fondamentale della cultura nella promozione della legalità delle giovani generazioni, che in essa troveranno motivo e sostegno al rifiuto di ogni logica criminale. L'avvocato Concetta Postorino, in rappresentanza dell'Ordine Forense di Reggio Calabria, esprime a sua volta viva soddisfazione per l'iniziativa, ribadendo la necessità di una conoscenza approfondita del ruolo della donna nelle organizzazioni mafiose, peraltro correlato alle modificazioni interne di esse e alla generale maggiore presenza femminile nei più vari aspetti della società. Si tratta di donne carnefici, ma anche vittime, come attestano le agghiaccianti vicende di cronache relative alle collaboratrici di giustizia. Nel suo successivo intervento il dott. Gaetano Calogero Paci, Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sviluppa il tema ricorrendo a numerose esemplificazioni tese a dimostrare il ruolo sostanziale e sempre più incisivo delle donne all'interno dell'organizzazione mafiosa. Avvalendosi di riferimenti a contesti socioculturali, psicologici e antropologici suggerisce un'interpretazione multidimensionale del fenomeno nelle sue diverse e variegate sfaccettature. Nel suo intervento il dott. Salvatore Di Landro, Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria, dopo aver analizzato le motivazioni storiche della nascita del fenomeno mafioso, attribuisce la sua sopravvivenza a diversi motivi tra i quali la lontananza dello Stato e la caduta dei valori propri di una società edonista ed economicistica. Rileva il ruolo della donna di mafia come vestale e ambasciatrice, rappresentante degli uomini carcerati, che evidenzia la centralità del nucleo familiare e in esso della donna per la cultura mafiosa. Convinto che la mafia finirà quando sarà eliminata dal costume, richiama ad una tensione etica condivisa e all'applicazione di un sistema rigoroso, in quanto a suo avviso solo principi etici profondamente avvertiti e la riconquista di un senso di unità potranno costituire un segnale vigoroso e propositivo per l'eliminazione della mala pianta mafiosa. Interviene quindi l'On. Angela Napoli, Presidente dell'Associazione "Risveglio Ideale", Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, che, richiamandosi alla propria esperienza personale in alcune zone della provincia reggina ad alta densità mafiosa ribadisce il ruolo della donna di mafia come ruolo di potere e la pseudoemancipazione della sua posizione di supplente del boss carcerato o latitante, segnalando inoltre i termini della subcultura mafiosa. Le conclusioni del Convegno sono affidate all'Avv. Angiola Infantino, Presidente Fidapa Disatretto SO, che dopo essersi congratulata con la sezione Morgana per l'organizzazione dell'evento pienamente rispondente alle finalità statutarie e istituzionali della Fidapa ribadisce la scottante attualità della questione e concorda sulla necessità di un forte cambiamento culturale che consenta a tutte le donne di poter effettuare le proprie scelte di vita senza condizionamenti di alcun genere e nel pieno rispetto della propria dignità personale.